CALCINCULO
Seggiolini volanti
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RETRO GIOSTRE: SEGGIOLINI VOLANTI
Forse le stavano montando già da qualche giorno, ma te ne accorgi solo quando le accendono. Sono arrivate le giostre! La piccola ruota panoramica, che quando sei in cima vedi persino l’isola di fronte, le macchine a scontro che scintillano e scoppiettano e i mitici seggiolini volanti, la giostra preferita. CINQUE GIRI MILLE LIRE. La signora del botteghino è sempre la stessa, tinta di biondo, grossa, imbronciata e sempre sudata. Quel piccolo ventilatore fucsia serve solo a far svolazzare la banconota appena entrata. Un pugno di gettoni per volare. Uno sta seduto davanti e uno dietro e si tiene all’altro seggiolino. Il rumore delle catene spezza la musica che pervade l’aria satura di salsedine. Poi c’è quell’attimo in cui tutto sembra fermo. Immobile. Finché un colpo secco ti fa muovere e lentamente cominci a prendere velocità. E mentre riesci ancora a vedere le persone rimaste a terra coi nasi all’insù, ti senti un astronauta in partenza per lo spazio. CINQUE GIRI PER VOLARE. Ti senti proiettato nell’infinito, solo le catene ti tengono ancorato al mondo, che sotto resta fermo e che a vederlo da lassù è proprio bello con il mare e il cielo che si fondono. Ecco il trofeo che sospeso attende. Ci siamo, è il momento di provarci. Un calcinculo per andare ancora più in alto, afferrarlo e vincere un altro giro. Se non fosse per l’omino della giostra che a suo gusto tira la corda da sotto per rendere impossibile l’impresa. Non è tempo di vincere.
Ma che importa, ci sono ancora in tasca quattro giri per volare!
La giostra a seggiolini, più nota come calcinculo o catene oppure centrifuga, è un’attrazione dei luna park stabili ed itineranti o dei parchi di divertimento, dove viene definita giostra delle catene o seggiolini volanti.
STRUTTURA
Questa giostra è costituita di una colonna centrale motorizzata capace di ruotare vorticosamente su sé stessa. Ad essa sono agganciati tramite lunghe catene i seggiolini su cui si accomodano i partecipanti al gioco. Tutti i seggiolini sono dotati di barra di contenimento di sicurezza per assicurare agli utenti maggior sicurezza rispetto alle forze centrifughe che si manifestano quando la giostra è in funzione.
Le dimensioni della giostra variano e dipendono dal pubblico a cui è rivolta: adulti o bambini. Inoltre nella maggior parte dei casi si tratta di un’attrazione trasportabile in quanto partecipa ai luna park itineranti. Il numero di seggiolini è quindi uno standard legato a queste sue caratteristiche. In caso di postazione fissa presso un parco divertimenti, venendo meno la caratteristica necessaria di “trasportabilità” della giostra, le dimensioni sono maggiori offrendo più posti ai partecipanti.
Di fianco alla giostra, che ha forma circolare, vi è il gabbiotto del bigliettaio, anche se nei parchi di divertimento il biglietto si paga all’ingresso del parco ed è comprensivo di tutte le attrazioni; nelle immediate vicinanze di esso l’antenna o palo su cui si appende il premio o trofeo che deve essere afferrato dagli utenti. La cordicella che lega il trofeo alla punta dell’antenna spesso raggiunge il bigliettaio all’interno del gabbiotto in modo che egli abbia la possibilità tirandola di fare oscillare il trofeo rendendone la sua presa ancor più difficile ai partecipanti.
Lo scopo del gioco è quello di prendere al volo il trofeo, detto, a seconda di cosa sia, coda di coniglio, fiocco o bandiera, che è appeso a un gancio sull’antenna poco distante dal perimetro della giostra.
Per poter raggiungere più facilmente il premio spesso due partecipanti si accordano e si siedono in seggiole contigue: in questo modo quello seduto più indietro ha la possibilità di dare una spinta con i piedi calciando la seggiola di fronte (da qui il nome calcinculo) in maniera tale che il compagno seduto davanti abbia maggior slancio e possa raggiungere più agevolmente il trofeo.
Di solito il giocatore che prende il premio vince una corsa gratuita al giro successivo
La giostra a seggiolini viene autobiograficamente nominata da Zucchero Fornaciari nel brano Chocabeck («L’amore fu / un calcinculo e tante stelle lassù»).
Calcinculo è anche un film del 2022 diretto da Chiara Bellosi, coprodotto tra Italia e Svizzera, è stato presentato al Festival di Berlino 2022 nella sezione Panorama; ed a base della trama c’è proprio tale giostra.
FAUNA ABITUALE
Il cancinculo è la giostra da baracconi e parchi divertimenti più amata da truzzi, terruncelli, Klingon, Romulani e bambocci che da grandi vogliono fare gli astronauti di età compresa tra i 10 e i 35 anni. Superata questa età taluni passano definitivamente al punching ball mentre talaltri approdano al Tagadà
Sento che qualcosa non quadra… Il calcinculo si gioca in singolo o a coppie e lo scopo del gioco, come molti sapranno, consiste nel lanciarsi il più in alto possibile sfruttando l’effetto pendola e la forza centrifuga per cercare di sradicare la codina ed ottenere un altro giro omaggio. Almeno così può apparire ad un occhio inesperto. Esistono due versioni di questa giostra dai nomi affascinanti: Calcinculo piccolo e Calcinculo grande. Non è consigliabile l’uso del Cancinculo grande agli umanoidi sotto i 120 cm in quanto tendono a sgusciare sotto l’asticella di sicurezza finendo sovente nel boccione dello zucchero filato o sulle rotaie del pericolosissimo Brucomela. Al contrario gli umanoidi sopra i 120 cm possono tranquillamente usare il Calcinculo piccolo avendo l’accortezza di sollevare le gambe durante decollo e atterraggio. Per la cronaca quella striscia rossa intorno non serve a delimitare l’area e non è vernice ma sangue rappreso.
Da vicino l’abominio rivela i suoi orribili segreti e un bambino gitano approfittando della mia distrazione mi frega il portafogli e si rifugia sull’albero di trinchetto del vascello pirata bersagliandomi con grano tostato
Mi infilo sotto la base del calcinculo e procedo a passo di giaguaro tra lattine, teschi ed altro, al centro vedo una botola che sale. Apro lo sportello e finalmente lo vedo. L’interno del calcinculo è un marchingegno molto semplice ma degno di un genio del male. Vedo un perno centrale che ruota su se stesso grazie alla spinta di una muta di bambini rapiti dagli zingari incatenati ad esso. Ad un metro di altezza nel perno centrale è situata una grossa rondella munita di fruste che gira in senso opposto: ciò permette di spronare i mocciosi che girando la ruota si fustigano da soli.
Se sei truzzo o terrone o gitano sei progettato geneticamente per questo e ti verrà naturale come giocare a calcio, stare in piedi al centro del Tagadà o scaccolarti con l’unghia lunga del mignolo. Se sei un comune mortale come me ti dovrai trovare un compagno con gambe robuste e senso del ritmo. Oggi sono da solo, oggi devo solo osservare. Eccolo che parte, la velocità aumenta, le catene cigolano, ho già la nausea. Raggiunta la velocità di crociera il mio seggiolino inizia a dondolare con un’oscillazione laterale innaturale. Mi guardo le spalle e vedo un tizio che ha afferrato il mio seggiolino, è un professionista. Lo riconosco dalla maglietta nera attillata e la collanina d’oro. Il suo senso del ritmo è impressionante, mi mena a destra e a manca seguendo il tempo di un brano House. Il segreto sta proprio lì. Inizia l’oscillazione in prossimità del codino e continua a pendolare fino a quando non è perfettamente in sincrono. Sto per vomitare il panettone che ho mangiato a Natale ma devo trattenermi ancora un istante. Il giro successivo mi scaglia in alto, distendo la gamba sinistra, il braccio destro e…minchia! L’hanno già preso! Il professionista ridacchia e i due davanti a me si girano mostrandomi il codino. Un avvertimento? Scendo disorientato e mi allontano un poco.
Lo vedo, lassù, irraggiungibile come un miraggio, tutti lo bramano, uno solo lo può avere e non appena lo ha ottenuto questo torna dove è sempre stato, come un impiccato che non vuole essere salvato
Il codino, altrimenti chiamato coda di coniglio, coda di paglia, spiumazzo, gatto morto…è situato esternamente al Calcinculo ad un’altezza variabile a seconda della grandezza della giostra. Può essere una coda mozzata di un peluche anche se gli tzigani preferiscono animali veri che costano meno, soprattutto se bracconati di persona, oppure si possono trovare spolverini per i mobili, osacchiotti d’epoca rinsecchiti o anche code di cavallo confezionate dagli zingari baracconai coi loro stessi capelli. Per agguantare il codino, oltre ad una tecnica notevole, è obbligatorio mostrare il cartellino delle vaccinazioni antitetanica, antirabbica, anticolera, antitifo e contro la febbre gialla. Il codino è appeso ad un palo con un cordino che viene manovrato dallo zingaro di turno tramite un sistema di carrucole: lo potrete osservare, se la smettete di fissare il Calcinculo, strattonare distrattamente una cordicella fino alla fine del giro. Non lo sapevate ancora, stupidi bambocci? Credevate di vincere grazie alla vostra innata abilità? Sciocchi illusi! L’unica variabile per vincere è il numero di gettoni che vi compra la mamma! E neanche Babbo Natale esiste! AAAAAAAHAHAHAHAAAAAA!ù
Mi nascondo nella casa egli specchi e lì isolato continuo ad osservare lo strano spettacolo della giostra che gira. Tutto intorno esseri plagiati dal suo movimento rotatorio e da caleidoscopici bagliori. Mentre osservo lontano dalla sua influenza comincio a VEDERE…
- Il calcinculo di cui si è ampiamente parlato
- La cassa senza registratore di cassa
- Madri ignare
- Padre
- Vecchio
- Punching ball
- Cedimento strutturale della sedia che provocherà un ematoma cerebrale all’anziano pochi secondi dopo lo scatto della foto
- Barriera architettonica
- Questo negro riuscirà a rompersi dodici falangi raggiungendo il livello “SUCKER!”
- Il punching ball è l’unica cosa in Italia che genera una fila indiana
- Accompagnatore che sta tentando di recuperare Spiderman con la carrozzella personalizzata ma è ostacolato dalle barriere (8)
- Madre abbattuta da un seggiolino, giustamente ignorata da tutti
- Le casse collegate alla cassa (2), potenti abbastanza da interferire con il moto terrestre
- Un numero 11
- Spiderman aspetta l’accompagagnatore
- Giostraio che simultaneamente parla al microfono, pilota il codino, vende gettoni, scratcha alla consolle, non fa lo scontrino e mangia un’amatriciana
Secondo i miei calcoli una madre compra in media dieci gettoni alla volta, forse perché una corsa dura solo pochi petosecondi, il che rattristerebbe il moccioso viziato, che rovinerebbe la giornata alla suddetta mamma frignando fino a sera, il che rovinerebbe la serata al padre che si voleva godere la cazzo di partita in pace, il che rovinerebbe il pugno di papà per colpa di una facciata della mamma. Benché le madri col bambino siano sempre in grado di regalarci scene di rara pochezza, in questo frangente riescono a superare se stesse.
Sistemano i bambini sugli appositi seggiolini e li assicurano con la sbarretta metallica di cui spesso non capiscono il funzionamento (un gancio e un buco), le più apprensive li avvolgono anche con due o tre giri di catena in modo da non correre rischi. Dopo di che si adagiano mollemente sulle panchine, se guardate sotto potrete notare fuoriuscite di rotoli di carne dei loro culoni flaccidi tra le fessure della panca metallica. La giostra parte e con essa la pietosa sceneggiata delle madri che si sviluppa più o meno sempre con lo stesso meccanismo:
- La giostra parte e la madre saluta il bimbo con un fazzoletto e le lacrime agli occhi
- Il bambino saluta divertito la madre
- La giostra aumenta la velocità
- La madre si porta le mani alla bocca con un’espressione visibilmente preoccupata
- Il bambino esce dal campo visivo
- In quei pochi secondi la madre si innervosisce, inizia a pensare seriamente ad un rapimento, contatta telefonicamente tutti gli ospedali in cerca del pargolo, denuncia la scomparsa al 113
- Il bimbo ritorna nel campo visivo
- La madre lancia un urlo di gioia e saluta con la manina
- Il bimbo allunga la mano per acchiappare il codino
- La madre vedendolo in grave pericolo si alza di scatto strappandosi i brandelli di culo incastrati tra le fessure della panchina
- Il bambino torna a sedersi e scompare dietro la giostra
- La madre rischia la crisi di nervi ed inizia ad avvertire un preoccupante formicolio al braccio sinistro
- Il bambino riappare e la mamma saluta e scatta dodici foto col telefonino temendo di non vederlo ritornare al prossimo giro
- Ripetere dal primo punto per il numero dei giri compiuti fino a quando…
- …il codino viene preso
- La mamma del vincitore esulta urlando: quello è mio fiiiiiglioooooo!
- Le altre si avvicinano ai seggiolini deluse
- Ignorando che il giro non è ancora terminato alcune vengono abbattute da una sedilata in piena nuca
- Altre si aggrappano al seggiolino temendo che la giostra cattiva rapisca di nuovo il loro tesoro e vengono grattugiate per metà dall’attrito con l’asfalto
- Nel frattempo sedici volanti dei carabinieri chiamati dalle madri circondano la giostra
- Lo zingaro preso dal panico si infila una quarantina di ovuli di hashish nel culo
- I carabinieri arrestano tutte le madri per procurato allarme
- I carabinieri, non sapendo cosa fare dei bambini, li barattano con i baracconai in cambio di qualche ovulo
- I bambini vengono usati come motore per le future corse
- Se i giostrai sono al completo i bambini vengono venduti al vecchietto
Il vecchietto col cappello grigio imitazione Borsalino, gli occhiali alla Funari e un completo in lana grigio, camicia di flanella e cravatta con 40 gradi all’ombra che giochicchia con la dentiera tra le gengive viene attratto da una cosa enorme che gira in tondo
Il vecchio è anch’esso un classico spettatore del Calcinculo. Di solito è un vecchietto che quel giorno non ha trovato lavori in corso nei paraggi, in preda ad una crisi di astinenza da qualcosa di meccanico che si muove. Tenendosi il cappello con la mano osserva con attenzione l’evento imprecando di tanto in tanto contro il bambino che ha sfiorato il codino o lamentandosi con il giostraio di come gestisce la coda e aggiungendo che lui sarebbe molto più professionale. Il vecchietto del Calcinculo nei momenti di quiete suole masticare una gomma immaginaria. Di rado il vecchio si rivela essere il nonno di uno dei bimbi. Lo si riconosce osservandolo attentamente mentre contratta con il nipote sul numero dei gettoni da acquistare sventolando una banconota fuori corso da mille Lire. Durante le lunghe permanenze sulla panchina ai lati della bocca del vecchietto si forma un denso strato di cremina bianca. Gli effetti del Calcinculo sono davvero curiosi a volte.
Il padre di famiglia che proprio oggi doveva andare a vedere il Milan ma è stato obbligato dalla moglie ad accompagnare i bimbi ai baracconi perché era l’ultimo giorno in cui poteva andare a farsi la messa in piega con lo sconto 20% e lui ha anche provato a dirle che in ogni caso sarebbe rimasta una cessa ma non c’è stato verso di convincerla
L’unica azione che compie questo triste figuro è proiettare la sua ombra in direzione opposta a quella del sole e estrarre una banconota ogni tanto dal portafogli che tiene sempre in mano. Egli guarda perennemente fisso in terra e non si accorge di quando uno dei suoi cuccioli rimane impiccato al codino. La sua mente si trova nell’iperspazio e risponde ad un solo comando: “Altri gettoni papi!”. In quel momento estrae una banconota. La frequenza delle richieste dipende dal taglio della moneta estratta sempre casualmente e dal tempo che i bambini vicini impiegano a capire che l’uomo risponderà nello stesso modo a prescindere dal grado di parentela. Addirittura quando non ci sono più banconote da estrarre questo strambo individuo continua meccanicamente ad estrarre banconote prodotte dalla sua mente mentre viene accompagnato da alcuni bambini ad un bancomat per fare rifornimento.
Ringrazio nonciclopedia per queste perle!
GALLERIA
MINI SEGGIOLINI VOLANTI
La mini giostra a seggiolini è un’attrazione classica ma che mantiene sempre inalterato il suo fascino: la velocità, il vento sul viso e la musica fanno si che questa attrazione sia divertentissima per i bimbi. Una giostra adatta a tutte le situazioni sia di piccole che di grandi dimensioni.
GIOCATTOLI
Sull’onda del successo sono state create riproduzioni della giostra
RACCONTO
Seduti all’osteria, il bicchiere di vino davanti, tre amici, Nino, Bigio e Carlìin, chiacchierano piacevolmente scambiandosi le impressioni della giornata di sagra.
Era stata una bella giornata: il pranzo con i parenti, le funzioni del pomeriggio con la tradizionale processione, che lo scorso anno non si era potuta tenere per il divieto del parroco causa l’impianto della balera.
Non hanno voglia di rientrare: la sera è piacevole, anche se, siamo alla fine di ottobre, dopo il tramonto fa già piuttosto freddo; ma dentro all’osteria, dove il fuoco scoppietta già nel camino,
si sta bene. Non avvertono neppure il bisogno della cena, tanto il pranzo tradizionale è stato come ogni anno, abbondante.
Carlìin però fa il menalatte e deve alzarsi molto prima dell’alba, ed è dura, specialmente di questa stagione: ma a quell’ora i bergamini hanno finito la mungitura notturna ed aspettano lui a prelevare i bidoni da portare alla latteria, e se li fai aspettare si innervosiscono, perchè non vedono l’ora di tornarsene a letto. Così se ne va presto per farsi almeno un po’ di buon sonno.
Gli altri due invece possono permettersi qualche ora, e qualche bicchiere, in più: domani è il fierino e non si va al lavoro.
Quando finalmente, a notte già inoltrata, decidono di avviarsi, insieme perchè vicini di casa, sono di spirito piuttosto allegro e in pace con il mondo intero.
Sulla via del ritorno, i due si trovarono a passare davanti ad un campetto, più uno spiazzo erboso, dove era stata collocata, in occasione della fiera, la calcinculo.
Per chi non conosce questa giostra, immancabile nelle fiere di una volta, dirò che si tratta di una serie di seggiolini appesi per mezzo di lunghe catene ad una piattaforma rotante. Il bello della calcinculo, oltre a provocare giramenti di testa e nausea, era quello di riuscire ad agganciare, durante la corsa, il seggiolino davanti, specialmente se vi sedeva una ragazza, e lanciarlo in avanti con un colpo di piedi ben assestato.
Fu qui, alla vista di quella giostra ferma nel buio, che al Bigio venne la brillante idea di farsi un giro gratis, approfittando della naturale assenza del proprietario.
Ci volle poco a convincere il compagno, così che i due si agganciarono ai seggiolini e il Bigio azionò la leva che metteva in movimento la giostra.
Forse per la spensierata allegria che li pervadeva, a nessuno dei due venne in mente che, con i seggiolini in movimento, non avrebbero più potuto avvicinarsi al piantone per fermare la giostra, così che, dopo qualche momento di pura gioia infantile, si trovarono a girare vorticosamente nel buio aspettando che qualcuno li venisse a liberare.
Le conseguenze facilmente immaginabili non si fecero attendere molto, e i due si trovarono a sperimentare per qualche ora le poco piacevoli ebrezze del volo.
A peggiorare le cose era scesa nel frattempo una fitta nebbia che ci aveva messo poco ad appiccicarsi ai loro vestiti, al volto e ai capelli, nel girare avevano infatti perso il cappello della festa, e li aveva ricoperti di una simpatica, ma gelida, coltre bianca. Provarono a chiedere aiuto a gran voce, ma il paese era avvolto nel sonno del dopo festa e nessuno li aveva sentiti.
Dopo qualche tempo, avendo ormai perso, oltre alla tramontana, anche la voce, si erano rassegnati ad attendere il mattino, continuando a girare sulla maledetta giostra e rimpiangendo la malsana idea del giro gratis. Certo che si stavano, come si dice, scuotendo la voglia, e fra se giuravano che non si sarebbero mai più neppure avvicinati in vita ad una giostra, preferendo piuttosto abbandonare il paese nei giorni della sagra.
Nel frattempo continuavano implacabilmente a girare, ormai abbandonati al freddo ed ai conati di vomito, nella quasi certezza che non avrebbero visto sorgere l’alba.
Fu il loro amico Carliin, il menalatte, a salvarli.
Egli infatti, avvolto nel pesante tabarro, si trovò a passare di buonora nei pressi, camminando a fianco del suo carro coperto e desiderando di ripararvisi al più presto sul comodo giaciglio dove si riprometteva di schiacciare un pisolino mentre il cavallo, che conosceva la strada anche meglio di lui, avrebbe tirato il carro fino alla latteria.
Ancora un paio di stalle dove caricare i bidoni pieni di latte, e scaricare i vuoti.
Immerso in questi pensieri, al momento non aveva fatto caso al cigolio un po’ attutito dalla fitta nebbia, ma poi fermò il cavallo per ascoltare meglio. Fu allora che gli parve di sentire, oltre all’insolito rumore, flebili lamenti.
Lasciato il carro sulla strada, avanzò verso il cigolio e rimase di sasso trovando la calcinculo in movimento. Cosa stranissima in quell’ora notturna, ma ancora più strano fu il vedere due dei seggiolini, che ruotavano velocemente, occupati da un paio di figure che, se avesse creduto agli spiriti, avrebbe appunto scambiato per tali. Erano due figure bianche di nebbia gelata ed emettevano suoni che niente avevano da invidiare ai lamenti di ipotetici fantasmi.
Evitando i seggiolini in movimento, Carlìin si avvicinò al perno centrale, trovò la leva di comando e fermò la giostra.
Le due bianche figure si divincolarono a stento dai seggiolini e quando finalmente, se pur barcollanti, riuscirono a reggersi in piedi e si furono tolte con mani tremanti la brina dal volto, li riconobbe con sorpresa per il Nino e il Bigio che aveva lasciato qualche ora prima all’osteria.
Come fossero finiti su quella giostra glielo spiegarono balbettando confusamente per il freddo, dopo che li ebbe accompagnati in casa del primo, che abitava più vicino.
Poi, già in ritardo sul suo giro ma un po’ dispiaciuto di non poter assistere alla reazione della moglie del Nino, che aveva provveduto a svegliare e che non si era ancora accorta dell’assenza del marito, Carliin riprese il suo giro ridendo tra sè, e rideva ancora apertamente di gusto mentre entrava nel prestino del fornaio per il solito panino bello caldo di forno.
Franco Guindani e Manara Antonietta (Cremona)
Il Calcinculo ha forgiato una generazione di adolescenti, e’ una giostra divertente ma fate attenzione !
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