CHI NON SALTA BIANCO E’
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RETRO GIOSTRE: TAGADA’
L’arrivo del CIRCO e del LUNA PARK in città segnava l’inizio della bella stagione ed era negli anni 80/90 un momento di svago importante per i giovani. Non era certo un parco giochi alla Gardaland ma le giostre avevan il loro fascino nella loro semplicità e bellezza.Voglio ricordare il mitico “BRUCO MELA” , “LA CASA HORROR” , “LA NAVE PIRATA/VELIERO”, I SEGGIOLINI ROTANTI”, il mitico “AUTOSCONTRO”, “LA RUOTA PANORAMICA”, “LA GIOSTRA DEI CAVALLI”, ” I DISCHI VOLANTI”, “LE MINI MONTAGNE RUSSE”.Per non parlare degli altri giochi correlati come “IL PESCE ROSSO”, IL TIRO ASSEGNO” e tante altri. In ultimo i banconi con le caramelle ed i croccanti! No il “TUNNEL DELL’AMORE” non c’era.
Vi voglio parlare della giostra piu ganza per un adolescente, quella che mettava alla prova il coraggio e la tamaraggine.Quella che ti poteva rendere super fico o un cacasotto fallito davanti alle ragazze.Quella in cui ti potevi frantumare i denti o rompere l’osso del collo! Di che giostrà parliamo????? Ma del
TAGADA!
Il tagadà è una giostra meccanica diffusa dagli anni ottanta e presente nella maggior parte dei luna park itineranti d’Italia.
STRUTTURA
Ha una base a forma di disco sul cui perimetro sono disposti una serie di divanetti rivolti verso il centro dell’attrazione.Presenti luci e colori e scritte.L’intera attrazione ruota su sé stessa a velocità variabile e durante la rotazione, grazie ad alcuni pistoni idraulici o pneumatici (ad aria compressa), viene fatta inclinare in modo ondulatorio e in maniera repentina, facendo sobbalzare i passeggeri.Dall’impianto sonoro della giostra si ascolta quasi sempre una colonna sonora composta dai più noti brani dance del momento.
La giostra è montata su una base inclinata di circa 20° e viene fatta ruotare da un motore che raggiunge una velocità massima di 12 giri al minuto. A seconda della progettazione può essere provvista di 2 o 4 pistoni di spinta che garantiscono un’inclinazione in movimento compresa tra 20° e 45°. L’intera giostra è progettata in modo da poter essere racchiusa su un rimorchio per il trasporto. L’intera struttura pesa circa 20 tonnellate e il montaggio avviene in 8 ore in 2 persone. La gestione del “giro” può essere controllata in automatico o (come più spesso succede) da un operatore che decide durata, velocità e ondulazioni utilizzando un’apposita pulsantiera presente nella cassa.
Il successo di questa giostra è dovuto principalmente al fatto che non eri legato ai sedili ( alla faccia della protezione individuale).Nella maggior parte dei parchi, specialmente quelli di piccole e medie dimensioni, i passeggeri sul Tagadà si alzavano al centro della piattaforma e cercano di rimanere in equilibrio, saltando o ballando.Questo era un dimostrazione di figaggine! Va da se che era tutt’altro che facile rimanere in piedi , anzi difficile data l’inclinazione e la rotazione; ma c’e chi ci riusciva.E codesti facevan breccia nelle grazie delle donzelle.Parlando di sicurezza…facevano entrare anche i ragazzini.Va da se che la percentuale d’incidenti era alta, da contusioni a rotture varie.Ma non è mai stata fermata tranne in quei pochi casi in cui qualcuno ci ha lasciato le penne ( cosa non difficile dato che cadendo puoi sbattere la testa).Si puo dire una giostra davvero pericolosa e volutamente lasciata pericolosa, ma erano altri tempi.
Un Tagadà senza musica non è un vero Tagadà. È molto comune che questa giostra sia munita di un impianto audio professionale che diffonde musica Dance. I migliori tagadà sono scenografati e dotati di luci da discoteca e effetti di fumo, coerentemente con la musica che viene diffusa.
La maggioranza dei Tagadà sono esteticamente ispirati alla tematica spaziale-fantascientifica, alcuni riprendono il tema circense, mentre i grandi parchi fissi tendono ad evitare questa giostra per motivi di gestione, di fatto nei grandi parchi esistono rivisitazioni tematizzate del Tagadà, ma quasi sempre la loro natura è alterata in qualcosa di completamente diverso, magari riprendendo soltanto il nome della giostra. Il Disk’O è un esempio di attrazione molto simile, una piattaforma rotante con i sedili, tuttavia molto più veloce e oscillante su un piano orizzontale a U.
Il Tagadà è l’icona dei parchi itineranti ed è un bene che sia così, dato l’elevato grado di controllo che richiede durante l’esecuzione, a causa dell’imprevedibilità delle azioni dei passeggeri.La giostra era frequentata dal peggio della fauna giovanile ( zinga, tamarri, zavatti, tossici )
Mi sono sempre chiesto se era più figo fare 100.000 punti al PUGNO o stare in piedi sul TAGADA’. Probabilmente morirò con questo dilemma
GALLERIA
MINI TAGADA’
Per far contenti i genitori dei figli piu piccoli è stata creata una versione ridotta della famosa giostra.Presenta gli stessi movimenti del fratello maggiore TAGADA: inclinabile, urtante e rotante ma con un ingombro ridotto che lo rende la scelta ideale per centri commerciali e aree in cui lo spazio è un problema. Non fatevi ingannare dalla parola “mini” però: questo non è un kiddie ride come tante imitazioni sul mercato, questo è infatti un TAGADA dalle dimensioni ridotte!
Ne esistono versioni ancora piu piccole a misura di famiglia
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FAUNA ABITUALE
IL GIOSTRAIO
È il direttore d’orchestra, il manovratore della Macchina Divina. È trattato con rispetto e ammirazione da tutti i Tamarri, al punto che solo il campione può osare intrattenere una conversazione che sconfini dalla solita preghiera: “Un altro biglietto, grazie Vez!“. Quando egli inserisce nel dispositivo sonoro della Macchina Divina una canzone estremamente fikosissima, tutti i Tamarri volgono lo sguardo verso di lui, in segno di ammirazione, provocando una caduta disastrosa per la mancata concentrazione sui movimenti dell’Astronave Danzante. È solito stare in un baracchino con una soglia d’umidità (per il 96% prodotta dalle sue Ghiandole Sudoripare) del 145%, tanto che alcuni pionieri rivoluzionari hanno cominciato ad indossare attrezzatura subacquea per vendere biglietti. Leggende metropolitane asseriscono che questo magistrale ed illustrissimo individuo si nutra dell’olio del motore dell’Apparecchio Ludico Divino per aumentare la sua sinergia con questo stupendo macchinario. Come risaputo, i Tagadà non si costruiscono bensì vengono trovati, difatti, quasi la totalità dei giostrai, faceva in precedenza parte della classe “diversamente lavorante”. Questi individui vagano disperatamente alla ricerca di occupazione, costretti a nascondersi dal Troll della Padania che minaccia da anni di sopprimerli, con l’intento di portare la libertà ai cittadini italiani. La vita stressante e il rancore represso che portano questi individui, li inducono ad accanirsi sull’intera umanità, cercando di far cadere con continue spinte pneumatiche i giovani che si avventurano nel Monastero della Sacra Rotazione. Il Giostraio non ha amici, ad eccezione del Campione, l’unico verso il quale prova profonda ammirazione e orgoglio. Solitamente non ha moglie, ma fa in modo di ingravidare la prima che passa così da ottenere una discendenza (preferibilmente femminile e libertina) per adescare nuovi adepti tamarri e introdurli attraverso un complesso rito iniziatico all’utilizzo della Ruota mistica. Molti dei giostrai sono soliti portare bizzarri talismani del peso non inferiore ai 4,5 kg. Concludendo, questa eccentrica forma di vita itinerante è riuscita nel corso dei secoli a guadagnare una posizione prestigiosa propensa alla scalata sociale, grazie soprattutto alle sue innumerevoli imprese.
TAMARRO
I tamarri compongono circa il 85,0% della popolazione del tagadà. Si dividono a metà in zingari e italiani che si atteggiano a zingari. L’abbigliamento è tecnico sportivo proprio della disciplina: innanzitutto per un ottima aderenza sul terreno il tamarro utilizza di solito scarpe Nike Silver tarocche, Nike Shox o Air Max o in alternativa Puma. Alcuni veterani temerari utilizzano però scarpe dal bassissimo coefficiente d’attrito come Kawasaki o Superga per fare sfoggio di un’abilità ancora più grande. Il resto dell’abbigliamento è composto da jeans e canottiera sporca di morcia dello scooter o pantaloni della tuta e t-shirt di Angel & Devil dalla grafica improponibile. Optional gli occhiali da sole. Iniziano a popolare la giostra al primo calare del sole, fino all’ultimo giro della serata, verso le 4 di mattina. La prima sera di sagra fanno la fila alla cassa e comprano almeno 50 biglietti che consumeranno quasi completamente la sera stessa. Dopo di che, prima di salire, si pavoneggiano improvvisando passi di danza, puntando qualche tipa, o sfoggiando la propria forza nel punch-ball più vicino. Al momento opportuno si fanno avanti e salgono spintonandosi in fila per poi fare a gara per prendere posto rigorosamente in piedi. Quando il tagadà inizia a girare iniziano a spingersi per buttarsi giù a vicenda, in modo da rimanere ultimi in piedi ed essere incoronati King della serata. Nel frattempo puntano le ragazze truzze che li guardano mandando baci e sguardi ammalianti. I più abili tamarri resistono a pendenze di 130° e resistono a 10-11 giri di seguito, intervallandoli solo con fasi di ballo libero sulle casse; il giostraio ce la deve mettere tutta per abbatterli. Solitamente il tamarro più abile è rispettato e conosciuto per nome da tutti, speaker compreso, che lo annuncia alla folla con frasi come “eccolo qui, il nostro caaaaaaaampione! vai così che si gira! Guardatelo ragazze!”. Addirittura alcuni riescono a rilanciare con un calcio al volo il cubo di gesso/borotalco lanciato durante la corsa dal giostraio neutralizzando la minaccia. A questo punto il soggetto viene incoronato campione indiscusso della serata e riconosciuto come figlio legittimo dal giostraio. Seguono banchetti e feste.
DONNA DEL TAMARRO
Anche dette vacche da monta, compongono il 13% della popolazione. Arrivano tiratissime e mezze nude, accessorio irrinuciabile la borsa, contenente almeno un oggetto per ogni lettera dell’alfabeto, che perderanno sistematicamente. Se non impegnata, gira in gruppo con altre 5-6 e sta seduta, a questo punto, dopo essere stata puntata da qualche tamarro, si alza in piedi per dare inizio ad un complesso rito pre-accoppiamento che si conclude nel 86% dei casi con una caduta rovinosa, e comunque nel 92% dei casi in una successiva gravidanza indesiderata. Se impegnata starà in piedi con il proprio tamarro facendosi sorreggere da questo, o in alternativa le è concesso di rimanere seduta per tenergli nella borsa gli occhiali da sole (considerando che sono le 23.15). In entrambi i casi è considerata alla stregua di un elettrodomestico, essendo la sua presenza funzionale a quella dell’uomo. L’unica che fa eccezione è la figlia/nipote del giostraio, che avendo passato la propria esistenza a bordo del tagadà è l’unica che può competere con i maschi della sua specie, e per questa l’unica degna di rispetto.
L’Ignavo, detto anche Inetto o Ameba costituisce il rimanente 2% della fauna popolante il Tagadà. La sua natura inetta e la sua posizione di invertebrato costituiscono i motivi che spingono questo essere a prendere parte al rito mistico della Messa Rotante. Questo essere vivente è rigorosamente non pensante non si rende assolutamente conto di dove sia e di cosa stia facendo. Viene attirato dalle mirabolanti coreografie psichedeliche e dal modo di vestire alquanto appariscente della popolazione Truzzo-Tamarra. Solitamente rimane seduto ad ammirare le movenze esageratamente leggiadre della popolazione tamarra, che di tutta risposta non lo caga neanche di striscio perché intenta ad osservare le luci psichedeliche e a sistemarsi il Ciuffo, componente genetica di un altro gruppo sociale abbastanza denigrato dalla società stessa. Questo ceto folkloristico vede una minoranza (che rappresenta il 15% della popolazione ignava) che viene denominata la Setta degli sfigati. Lo Sfigato è l’individuo a livello gerarchico più basso nell’Istituzione Giostraia: egli rimane seduto, immobile, non capacitandosi di come certi individui, tra i quali il campione riescano a compiere acrobazie oltre ogni limite di decenza. Vengono disprezzati in tutto e per tutto persino dalle donne dei tamarri e addirittura dagli stessi ignavi, che ostentando un sentimento di appartenenza ai tamarri li disprezzano per sentirsi YO. Comunque, gli sfigati sono coloro che al di fuori del Tagadà ricoprono il ruolo sociale più rispettabile tra tutti i ceti sopra citati.
Ringrazio nonciclopedia per queste perle!
LE TECNICHE DI CAVALCATA
SEGRETO FONDAMENTALE
La tecnica segreta che solo i tamarri nei primi tagadà medioevali riuscirono a teorizzare consiste nell’osservare un punto fisso e camminare. Quest’innovazione nel Medioevo destò il dissenso della Chiesa, che la considerò un’eresia in quanto l’unico punto fisso deve essere solo Dio. Si crearono così due movimenti: I Fissisti o Staticisti, che credevano nella ormai celeberrima Teoria del Punto Fisso, e i Dinamisti o Obsoleti, che guardando il cielo cercando Dio davano inizio ad una serie infinita di capitomboli, risultando più divertenti e comici di Colorado Cafè.
CAMMINATA NORMALE
La tecnica più facile, di origine medioevale, con una difficoltà 4/10. Questa tecnica vede camminare il Tamarro in avanti guardando Il Punto Fisso, punto che nella maggior parte dei casi è rappresentato dalle luci strobosferiche dell’impianto di illuminazione. La difficoltà cresce in maniera direttamente proporzionale alla distanza dal centro del Macchinario Mistico e alla bastardaggine del giostraio.
CAMMINATA A GAMBERO
Tecnica di difficoltà 6/10 che sconvolse il panorama del tamarrismo sin dall’epoca rinascimentale. La fiducia nei poteri dell’uomo data dall’Umanesimo consentì ai primi pionieri di trovare la fiducia in se stessi per provare a camminare al contrario. Il rischio di caduta e di pubblica umiliazione aumenta, ma in caso di riuscita, il giorno dopo l’esibizione, il coraggioso tamarro riceverà una miriade di richieste di amicizia su Netlog, accrescendo così la sua importanza sociale.
STABILITA’ ROTANTE
Tecnica di difficoltà 8/10, inventata nel periodo dell’Illuminismo, al fine di dare stabilità agli ideali e tentare di essere meno stupidi più ragionevoli. In questa evoluzione acrobatica vediamo il tamarro puntare i talloni contro la base dei sedili e (piegandosi in avanti con le gambe tese e divaricate) cercare di rimanere in piedi. Abbiamo quindi un’unione e una sinergia maggiore con il macchinario, poiché l’artista invece di camminare contro il movimento del tagadà, lo segue. L’effetto scenico è assicurato, con un conseguente picco di popolarità del 27%.
ZOPPO
Tecnica difficilissima, addirittura 9/10 nella scala di complessità. Consiste nel riuscire a procedere sull’Astronave Danzante con l’ausilio di una sola gamba. Fu inventata per caso dopo il 1918, quando i tamarri reduci della Prima Guerra Mondiale, ormai tutti zoppi, non potendo rinunciare al macchinario che sempre aveva costituito il senso della loro vita, ripresero a cimentarsi in questa disciplina. Ancora oggi una cerchia ristretta riesce ad eseguire questo tipo d’evoluzione, destando stupore e rispetto negli avversari Tamarri e lubrificazioni vaginali in tutte le bimbominkia presenti sui sedili e nel pubblico.
SALTO
In assoluto la tecnica più difficile: 10emmezzo/10. È necessaria un’ottima coordinazione gamba/sospensione pneumatica per effettuare questa acrobazia incredibile. Provoca vomito e reumatismi negli Sfigati, con soddisfazione dei Tamarri, porché la bile degli sfigati rende più avvincente il giro sul Tagadà. Inoltre le Donne dei Tamarri e le Bimbominkia hanno orgasmi multipli e scendono dal Tagadà con una voglia pazzesca di studiare la storia del Tamarrismo per poter dare ad un TaMaRr0 D.O.C. un esame oral
Ringrazio nonciclopedia per queste perle!
GIOCATTOLI
Sull’onda del successo sono state create riproduzioni della giostra
BONUS
Una ragazza rimane mezza nuda sul tagada
DOLCIUMI
HARIBO ha rilasciato delle gommose alla fragola dal nome “TAGADA”, poco centrano con la giostra ma e’ doveroso citarle.
Morbide, rosse, fragolose!
Il Tagadà ha forgiato una generazione di adolescenti, e’ una giostra mitica ma anche pericolosa.Mesi orsono ho letto di una ragazza morta battendo la testa.Putroppo restare in piedi è fico ma molto molto pericoloso.Ed e’ un miracolo che non sia stata ritirata dal mercato.Provatela se vi capita ma fate attenzione!
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