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SALTO NEL BUIO – RECENSIONE

( Innerspace - 1987 Warner Bros ) 

SALTO NEL BUIO – RECENSIONE

( Innerspace - 1987 Warner Bros ) 

di LittlePellizza
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SALTO NEL BUIO

( Innerspace – 1987 Warner Bros ) 


SALTO NEL BUIO

 
Titolo originale INNERSPACE  
Lingua originale INGLESE  
Paese di produzione Stati Uniti  
Anno 1987  
Durata 120 min  
Genere Fantascienza Commedia  
Regia Joe Dante  
Soggetto Chip Proser  
Sceneggiatura Jeffrey Boam, Chip Proser  
Produttore

Michael Finnell

 
Montaggio

Kent Beyda

 
Casa di produzione Warner Bros., Amblin Entertainment, The Guber-Peters Company  
Distribuzione in italiano Warner Bros. Italia  
Fotografia Andrew Laszlo  
Produttore Esecutivo Steven Spielberg, Peter Guber, Jon Peters  
Scenografia James H. Spencer  
Musiche Jerry Goldsmith  
Costumi Rosanna Norton  
Trucco Rob Bottin  
Interpreti e personaggi Doppiatori italiani  
  • Martin Short: Jack Putter
  • Dennis Quaid: Tuck Pendleton
  • Meg Ryan: Lydia Maxwell
  • Kevin McCarthy: Victor Eugene Scrimshaw
  • John Hora: Dr. Ozzie Wexler
  • Fiona Lewis: Dr. Margaret Canker
  • Vernon Wells: Mr. Igoe
  • Robert Picardo: Il Cowboy
  • Wendy Schaal: Wendy
  • Harold Sylvester: Pete Blanchard
  • Mark L. Taylor: Dr. Niles
  • William Schallert: Dr. Greenbush
  • Orson Bean: l’editore di Lydia
  • Dick Miller: Tassista

Inoltre, il regista del film, Joe Dante , ha un cameo non accreditato come dipendente di Vectorscope, mentre i compagni di cast di Short in SCTV , Joe Flaherty e Andrea Martin, hanno dei cameo come pazienti della sala d’attesa. Chuck Jones e Rance Howard appaiono brevemente come acquirenti di generi alimentari in una scena.

  • Vittorio Stagni: Jack Putter
  • Roberto Chevalier: Tuck Pendleton
  • Cristina Boraschi: Lydia Maxwell
  • Pino Locchi: Victor Eugene Scrimshaw
  • Marco Mete: Dr. Ozzie Walker
  • Maria Pia Di Meo: Dr. Margaret Canker
  • Vittorio De Angelis: Il cowboy
  • Claudia Catani: Wendy
  • Alessandro Rossi: Pete Blanchard
  • Francesco Pannofino: Dr. Niles
  • Cesare Barbetti: l’editore di Lydia
  • Gianfranco Bellini: Dr. Greenbush
  • Franco Chillemi: Tassista

 

Salto nel buio (Innerspace) è un film del 1987 diretto da Joe Dante e prodotto da Steven Spielberg, ispirato al romanzo Viaggio allucinante di Isaac Asimov e al film omonimo del 1966 (dalla cui sceneggiatura era stato tratto il romanzo). Ha vinto un premio Oscar per i migliori effetti speciali.

TRAMA

Un esperimento scientifico porta il tenente Tuck Pendleton e la sua navicella a essere miniaturizzati e caricati all’interno di una siringa. La sua missione è essere iniettato in un coniglio per studiarne l’anatomia dall’interno, connettendosi ai suoi occhi e alle sue orecchie per percepire la realtà esterna. All’inizio dell’esperimento, però, l’irruzione in laboratorio da parte di alcuni criminali, intenzionati a rubare i microchip che consentono la miniaturizzazione, ha come risultato che il tenente Pendleton viene iniettato all’interno di una persona inconsapevole, Jack Putter, un uomo timido, imbranato e ipocondriaco. Tuck, pensando di trovarsi nel coniglio, inizia l’esperimento, ma appena connesso ai sensi di Jack capisce quanto è accaduto. Jack, dal canto suo, pensa dapprima di essere impazzito e che la voce che sente sia solo nel suo cervello, ma poi comprende la situazione e pur con i suoi limiti prova ad aiutare Pendleton: se il tenente non uscirà dal suo corpo entro 72 ore, la scorta di ossigeno nella sua navicella si esaurirà ed egli morirà asfissiato. Guidato dal suo ospite, Jack prende contatto con Lydia Maxwell, una giovane e spigliata giornalista, reduce da una relazione con Pendleton conclusasi in modo burrascoso qualche mese prima. I due si lanciano insieme sulle tracce dell’organizzazione criminale che ha trafugato il microchip necessario per reingrandire la navicella; ora la medesima organizzazione criminale è alla ricerca di Putter, per estirpare la piccola astronave dal suo corpo e recuperare così il secondo chip, quello che consente la miniaturizzazione. Tra inseguimenti, trasformazioni facciali e sparatorie, Jack si invaghisce di Lydia, nonostante lei sia ancora innamorata di Tuck. Il finale è rocambolesco, con il tenente che deve combattere (sempre all’interno del corpo di Putter) un’altra capsula introdotta dentro Jack e pilotata dal pericoloso Mr. Igoe, un killer dotato di una potente mano artificiale. Un provvidenziale starnuto farà uscire dal corpo di Putter la piccola astronave pochi attimi prima che sia troppo tardi. Nella scena finale, con Tuck e Lydia sposi, un Jack ormai sicuro di sé e pieno di spirito avventuroso si accorge che i criminali, anche se ridotti alla metà delle loro normali dimensioni, sono sulle tracce degli sposi novelli e non esita a lanciarsi al loro inseguimento.

AMBIENTAZIONE

America anni 80

CURIOSITA

Il film si distingue per gli effetti speciali degni di nota che valsero la vittoria di svariati premi.

Ispirato al romanzo Viaggio allucinante di Isaac Asimov e al film omonimo del 1966 

PRODUZIONE

È stato, insieme a RoboCop, tra i primi film con la colonna sonora registrata in Dolby SR, una tecnologia analogica che permette la riduzione del rumore di fondo e l’aumento del rapporto segnale/rumore quasi equivalenti alla successiva tecnologia digitale.

Il film è iniziato come una sceneggiatura originale di Chip Proser, che lo ha definito “fondamentalmente un plagio di Viaggio allucinante . La mia idea era che il tizio grande fosse in piedi e si muovesse e potesse reagire a ciò che stava accadendo dentro”. La sceneggiatura è stata opzionata da Peter Guber alla Warner Bros. nel 1984. Guber ha offerto la sceneggiatura a Joe Dante che l’ha rifiutata. Guber ha poi fatto riscrivere la sceneggiatura da Jeffrey Boam come una commedia. Boam dice “L’idea era un po’ ridicola, che fosse una persona miniaturizzata e messa nel corpo di qualcun altro. Questo è tutto ciò che ho mantenuto dalla sceneggiatura originale. Inizialmente pensavano che potesse essere Michael J. Fox nel corpo di Arnold Schwarzenegger . In realtà ho continuato a rifiutare, e loro sono stati insistenti e hanno continuato a tornare da me”. 

Secondo Dante, Boam “si è avvicinato … partendo dal concetto di cosa sarebbe successo se avessimo rimpicciolito Dean Martin e lo avessimo iniettato dentro Jerry Lewis “. Dante dice che Steven Spielberg era stato coinvolto nel progetto come produttore esecutivo e potrebbe essere stato responsabile della commedia. “Era un’idea così sciocca che non c’erano limiti”, ha detto Boam. “Sentivo di poter fare qualsiasi cosa, e quindi la sceneggiatura che ho scritto era molto folle e lontana, ma a tutti piaceva. Dick Donner, Joe Dante, John Carpenter e persino Steven Spielberg volevano farlo. Quindi quando Steven ha voluto farlo, la Warner ha pensato che fossi un Dio e che avrebbero speso qualsiasi cifra necessaria per fare il film. Alla fine Steve ha deciso che voleva solo produrre, quindi è arrivato Joe e si è davvero aggrappato all’idea”.

Il ruolo di Quaid era stato originariamente concepito per essere interpretato da un attore più anziano, ma poi decisero di rendere il personaggio più giovane.Dante ha ricordato durante le riprese delle scene in cui i personaggi di Quaid e Short interagivano, “Dennis era sul set in una cabina, quindi l’interazione stava realmente accadendo. Dennis si atteneva alla sceneggiatura un po’ più di Marty. Dopo aver messo in scena una scena, implorava di fare altre riprese, con la voce di Katharine Hepburn , a cui era difficile resistere”.

Dante dice che Spielberg “ti avrebbe protetto dallo studio e a volte dagli altri produttori. C’era un’atmosfera molto favorevole ai registi lì [alla Amblin]. Avevi tutta la migliore attrezzatura e tutte le persone migliori e tutti i giocattoli con cui volevi giocare. Inoltre avevi qualcuno dalla tua parte che era anche un regista e sapeva esattamente di cosa stavi parlando quando avevi un problema o una domanda”.

“È una commedia stupida e stupida, che è esattamente ciò di cui la gente ha bisogno in estate”, ha detto Quaid. “È molto idiota e mi piace. Incontriamo ogni stupido cliché nel libro. Lascia il cervello a casa e ti divertirai”.

Meg Ryan incontrò Quaid sul set e in seguito si sposarono

Riprese

Alcune scene sull’inseguimento del dottor Ozzie Wexler vennero girate a Los Angeles, al livello dell’intersezione fra Hayvenhurst Avenue e Plummer Street ed il canale fluviario sottostante, stesso luogo dove negli anni successivi verranno realizzate alcune scene del film Terminator 2 – Il giorno del giudizio.

Nella scena dell’iniezione al centro commerciale sono state utilizzate due differenti location: il Northridge Mall di Los Angeles e la Sherman Oaks Gallery.

Le scene dell’appartamento di Tuck Pendleton vennero girate al 391 Filbert Street di San Francisco.

La scena finale del matrimonio venne girata presso la Wayfarer’s Chapel di Rancho Palos Verdes, California.

ACCOGLIENZA

Il film è uscito Italia al cinema venerdì 18 dicembre 1987, distribuito dalla Warner Bros. Italia.

 Ha guadagnato 25,9 milioni di dollari innoleggi cinematografici in tutto il mondo e ha vinto unOscar per i migliori effetti visivi, l’unico film diretto da Dante a farlo.

Riconoscimenti

  • 1988 – Premio Oscar
    • Oscar per i migliori effetti speciali

Critica

Il film ha avuto un’accoglienza positiva da parte della critica. Sul sito web aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes , l’82% delle recensioni dei 44 critici sono positive, con una valutazione media di 6,8/10. Il consenso del sito web recita: “Un mix frenetico e sovraffollato di fantascienza, commedia e romanticismo, Innerspace affascina comunque, grazie alla bella interpretazione di Martin Short e all’insistente follia della trama”. Metacritic , che utilizza una media ponderata , ha assegnato al film un punteggio di 66 su 100, basato su 15 critici, indicando recensioni “generalmente favorevoli”.

Roger Ebert del Chicago Sun-Times diede al film 3 stelle su 4, affermando “Ecco un film assurdo, poco maneggevole, con una trama troppo elaborata che tuttavia è divertente – e parte del divertimento deriva dal modo in cui la trama continua a dilungarsi”. Proser disse in seguito, “Non sono mai riuscito a guardarlo tutto in una volta. Non mi pagano per guardare questa roba. Come HL Hughgly, indosso una maschera per incassare l’assegno”. Joe Dante disse in seguito che il film “fu un successo in video. Fu uno dei primi grandi video, e fu scoperto in video, fondamentalmente. Sebbene al pubblico piacesse al cinema (quando ci andai, si sbellicarono dalle risa), la campagna pubblicitaria per quel film fu così terribile. Era solo un pollice gigante con un piccolo baccello sopra. Non si capiva che fosse una commedia (non si capiva niente) e aveva un titolo terribile, perché non siamo mai riusciti a trovarne uno migliore. E lo studio ne pasticciò la vendita. Voglio dire, gli piaceva il film, e cercarono di ripubblicarlo, persino, con una campagna diversa, e fu comunque un fiasco”.

“È stato considerato come se fosse stato un grande successo, mentre, in realtà, è stato piuttosto una delusione ai suoi tempi”, ha detto. Dante in seguito ha definito il film “probabilmente il film che avevo fatto fino ad allora che era il più vicino alle mie intenzioni. Di conseguenza, ne sono stato molto contento. Quando lo guardo oggi penso ancora che sia un divertimento tremendo”

USCITA HOME VIDEO

Uscito in blu ray ma esaurito

COMMENTO

Se ci giochi va bene, ma non ci devi parlare.

Gli anni 80 sono ricchi di film che all’uscita non han avuto il successo sperato ma che col tempo sono diventati piccoli cult, vedi Grosso guaio a Chinatown , Blade Runner, I Gremlins e tanti altri. Ci sono però anche tanti film che però sono restati di nicchia nonostante la qualità e l’introduzioni di elementi. Uno di questi è “Salto nel buio di Joe Dante ( famoso per i Gremlins ). A prima vista la trama ti sembra il video dei Placebo “Special K ” , ma il film è uscito prima e si ispira ( tanto per cambiare ) al romanzo di Asimov Viaggio allucinante ed all’omonimo film.

ll film di fantascienza più costoso mai realizzato» con i suoi 5 milioni di dollari di budget, Viaggio Allucinante permise al cinema di fantascienza di evolvere dalle narrazioni dei preziosi (e retorici) b-movies della fantascienza sociale degli anni 50 a allo status di grossa produzione di puro intrattenimento. Ecco, il viaggio di Salto nel buio di Joe Dante parte proprio da qui.. Acquistato dalla Amblin di Steven Spielberg – che come produttore esecutivo diede una uncredited revisione alla componente comica dello script –  in origine, più che Dante, aveva immaginato uno fra John Carpenter e Robert Zemeckis alla regia. Il rifiuto di Zemeckis, che dalla sua preferì avviare la complessa pre-produzione di Chi ha incastrato Roger Rabbit?, spalancò le porte a Dante che nelle idee del secondo draft di Salto nel buio vedeva finalmente qualcosa di molto vicino a ciò che avrebbe voluto

La trama è semplice semplice , un gruppo di scienziati scoprono che si possono miniaturizzare le cose tra cui gli uomini. Il tenente Tuck Pendleton si offre volontario per esser introdotto dentro un coniglio ed analizzare le reazioni ( puo’ percepirne anche i sensi come olfatto , vista etc.. ). Bontà vuole  che il solito gruppo di terroristi irrompa nel momento clou e il nostro protagonista finisca nel corpo ignaro di uno sconosciuto. Da qui partono rocamboleschi equivoci, inseguimenti, cattivi grotteschi ed umorismo tipicamente anni 80.

Nello script originale avevo immaginato Michael J. Fox dentro il corpo di Arnold Schwarzenegger. Non avevamo limiti, sentivamo di poter fare qualsiasi cosa, per questo è così piena di follia – Chip Proser  –

Hai mai visto un film quando eri bambino, magari anche più volte, e poi l’hai rivisto da adolescente o da adulto e hai pensato: “Wow! Non me lo ricordo ?!”. Questo mi è sembrato un evento comune nel corso degli anni. Uno di questi film è stato Salto nel Buio del 1987. Avevo probabilmente 20  anni quando ho visto il film per la prima volta e ho adorato la storia di un pilota arrogante di nome Tuck (interpretato da Dennis Quaid) che viene miniaturizzato alle dimensioni di una cellula umana e iniettato accidentalmente nel corpo di un passante nevrotico di nome Jack (interpretato dal comico Martin Short). Anche gli effetti nel film erano piuttosto credibili, per l’epoca, poiché molte scene si svolgevano con Tuck all’interno del suo piccolo baccello che navigava nei vasi sanguigni e negli organi di Jack. Ripensandoci, è un film piuttosto duro per i bambini, ma è ancora divertente rivederlo quasi 30 anni dopo.

Salto nel buio offre un cast piuttosto stellare nell’unire Meg Ryan, Dennis Quaid e Martin Short come personaggi principali, insieme ad alcuni volti riconoscibili lungo il percorso. La colonna sonora di Jerry Goldsmith è piuttosto buona a volte, ma l’origine degli anni ’80 offre alcuni effetti synth bizzarri e un poco datati. Sono rimasto, tuttavia, piuttosto colpito da quanto siano belle la maggior parte delle sequenze del corpo interno anche oggi. Il baccello di Tuck ha un design piuttosto bello e Quaid è molto divertente nel ruolo. La storia lascia persino spazio a un po’ di dramma relazionale tra Tuck e Lydia di Meg Ryan, che non è realmente necessario per questo tipo di storia, ma la rende un po’ più completa e lascia spazio a Jack per innamorarsi di Lydia e pensare che potrebbe effettivamente avere una possibilità di stare con lei. Short ha anche in realtà un bel po’ di sviluppo del personaggio dall’inizio alla fine, trovando un po’ di coraggio lungo il percorso che porta alcuni cambiamenti significativi nella sua vita.

Sfortunatamente,  Salto nel Buio via tra alti e bassi in alcuni punti. È una commedia, certo, e riesce a trovare un equilibrio sostanziale tra il serio e lo sciocco, ma le cose crollano un po’ verso la fine. I momenti migliori del film coinvolgono Tuck e Jack, e Jack e Lydia, quindi quando le cose iniziano a sbrogliarsi durante il climax del film e alcuni dei cattivi vengono miniaturizzati solo del 50%, è più banale che divertente, e i cattivi più minacciosi diventano semplicemente stupidi. Inoltre, se non sei un grande fan dei film degli anni ’80 e di tutta l’atmosfera anni ’80, Salto nel Buio è più o meno il massimo degli anni ’80 per questo tipo di azione/avventura. Ha l’aspetto e l’atmosfera di un episodio di MacGyver o forse di A-Team

Come capita sempre ai buoni film americani, Salto nel buio può essere letto e gustato a vari livelli; c’è quello più immediatamente comico-avventuroso pieno di effetti speciali e incredibili trasformazioni ‘in diretta’, e quello, diciamo, più allegorico, alla Steven Spielberg (che non a caso figura tra i produttori del film). Perché è chiaro che quei due, lo spavaldo e il complessato, sono facce di una stessa medaglia, di uno stesso uomo ed è altrettanto chiaro che sia Tuck che Jack usciranno migliorati dal curioso sodalizio, ognuno imparando qualcosa dall’altro.

Inoltre, il film è uscito in un periodo in cui la MPAA sembrava ancora cercare di capire il sistema di classificazione. È classificato PG, ma sarebbe PG-13 se fosse classificato secondo gli standard odierni. Tra i contenuti, c’è un bel po’ di linguaggio (soprattutto la parola “S” e “h*ll”), le scene all’interno del corpo sono piuttosto realistiche (e quindi potrebbero mettere a disagio alcuni spettatori), una scena in cui i cattivi fanno irruzione in un laboratorio li mostra mentre gasano e mettono fuori combattimento tutti nel laboratorio (fino a questa visione, avevo sempre pensato che venissero uccisi, ma sembra che si ripresentano tutti alla fine?), un uomo viene colpito e lo guardiamo morire, si vede il sedere nudo di un uomo in piedi per strada, un cattivo cade nell’acido dello stomaco e vediamo il suo scheletro con pezzi di carne sopra, e un po’ di altra violenza d’azione. Non è sicuramente un film per tutta la famiglia.

Mentre Salto nel Buio ha una certa nostalgia speciale per me nella mia storia di film, non regge bene come altri film del decennio (come Ritorno al futuro , Star Wars , Indiana Jones e Ghostbusters ). Se siete fan di qualcuno del cast principale, vi consiglio di dargli un’occhiata, ma altrimenti, è solo un’esperienza interiore divertente, anche se molto datata.

IN SINTESI

~
Meravigliosa avventura in un perfetto mix di farsa, fantascienza e film spionistico, giocato sul contrasto e la simbiosi (letteralmente, fra ospite e corpo estraneo) di due caratteri antitetici: l’uomo mediocre, impacciato e ipocondriaco, di Martin Short (che ha, praticamente, lo stesso ruolo ricoperto in In Fuga per Tre) e il ganzo ma etilista di Dennis Quaid (che regala un nudo integrale). Passato in serie A (per budget a disposizione) con Spielberg (produttore anche del precedente Gremlins), Joe Dante infonde ai tipici prodotti del re del fantasy hollywoodiano una cattiveria e un’eccentricità sconosciute alle major, divertendosi a pennellare personaggi pittoreschi (l’uomo dal braccio meccanico Igor, il “cowboy” uscito da un film di Sergio Leone, la dottoressa maliarda che ama farsi “trapanare” dal primo venuto…) e a sfruttare al meglio (e meglio) l’idea del piccolo cult fine anni cinquanta Viaggio Allucinante (tutto il suo cinema è nostalgico di quel periodo), spingendo di più sul versante commedia, sul campo/controcampo dentro/fuori azione/reazione, sul thriller d’inseguimento e, meno del suo predecessore, sul fantastico mondo del corpo umano. Pur se non affidato agli effetti speciali, quando fanno capolino sono ottimi (meritandosi un Oscar): vedere le sequenze con cambio dei connotati di Martin Short (brillante l’idea della stimolazione sui muscoli facciali), la battaglia inner-spaziale fra le due capsule, la fuga dei “nanetti”. E, in fondo, è esattamente questo Salto nel buio, una rilettura postmoderna di Viaggio allucinante dove le inerzie da fantascienza sociale residuale lasciano il posto a una folle commedia d’equivoci su sfondo spy fatta di miniaturizzazioni morfologiche ed effetti speciali esplosivi (premiati agli Oscar 1988)


BONUS
ROMANZO

Viaggio allucinante (Fantastic Voyage) è un romanzo di fantascienza del 1966 di Isaac Asimov, trasposizione letteraria dell’omonimo film di Richard Fleischer, uscito nello stesso anno. Il romanzo fu scritto a partire dalla sceneggiatura cinematografica di Harry Kleiner, adattata da David Duncan, che era a sua volta basata sulla storia omonima di Otto Klement e Jerome Bixby.

Il romanzo, commissionato ad Asimov dalla Bantam Books, venne pubblicato 6 mesi prima dell’uscita del film, per questo viene ritenuto erroneamente che il film sia tratto dalla storia di Asimov, e non viceversa.

Asimov non fu mai pienamente soddisfatto del romanzo, del quale si limitò a modificare alcune madornali incongruenze scientifiche, e non lo sentì mai pienamente suo. Questo lo portò, nel 1987, a scrivere un secondo romanzo sull’argomento, Destinazione cervello (Fantastic Voyage II: Destination Brain), per fornire una propria versione della storia rivista dal punto di vista scientifico. Non si tratta comunque di una continuazione, ma di una storia indipendente e parallela, con personaggi differenti.

In questo romanzo non viene mai nominato nessun paese (i personaggi parlano di “noi” e di “loro” per riferirsi alle due parti). Solo in un caso si nomina un paese, quando, Michaels per descrivere la complessità del sistema circolatorio, lo paragona alla carta stradale degli Stati Uniti (capitolo IV “Le istruzioni”)

Nel romanzo Asimov decise, contrariamente a come succede nella sceneggiatura del film, di far uscire l’equipaggio dal corpo ospite con tutta la nave.


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