GIOVANI DI SUCCESSO!
YUPPIES Giovani di successo |
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Paese di produzione | ITALIA |
Anno | 1986 |
Durata | 93min |
Rapporto1,85:1 | 1,85:1 |
Genere | commedia |
Regia | Carlo Vanzina |
Soggetto |
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Sceneggiatura |
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Produttore esecutivo | Luigi De Laurentiis, Aurelio De Laurentiis |
Distribuzione in italiano | Filmauro |
Fotografia | Luigi Kuveiller |
Montaggio | Detto Mariano |
Musiche | Raimondo Crociani |
Casa Di Produzione | Filmauro |
Interpreti e personaggi | |
Doppiatori originali |
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Doppiatori Italiani |
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Yuppies – I giovani di successo è un film del 1986 diretto da Carlo Vanzina.
La pellicola ha per protagonisti Massimo Boldi, Jerry Calà, Christian De Sica ed Ezio Greggio.
Realizzata sull’onda dello yuppismo, fenomeno di costume proliferante negli anni 80 del XX secolo, alla sua uscita la pellicola ottenne un buon successo di pubblico ma non il plauso della critica; ciò nonostante, pur se recepito come un’opera leggera e dall’intento prettamente satirico, a posteriori il film è emerso tra quelli che meglio hanno saputo ritrarre le atmosfere della Milano da bere.
CONTENUTI ARTICOLO
TRAMA
Sa cosa le dico Rambelli che vedo la sua promozione in grave danger caro il mio bel testone di ca**o! |
(Il direttore di Giacomo (Guido Nicheli) |
Nella Milano di metà anni 80 quattro giovani e rampanti yuppie, Willy, Giacomo, Lorenzo e Sandro, vivono le loro giornate nel mito dei grandi nomi della finanza, alla costante ricerca del successo sociale ed economico.

Ezio Greggio (Willy), Jerry Calà (Giacomo), Massimo Boldi (Lorenzo) e Christian De Sica (Sandro).
Willy è il co-proprietario di un autosalone oltreché un playboy impenitente; frequenta Amanda, la figlia diciassettenne di un visconte, ma in attesa che la ragazza gli si conceda non disdegna avventure con altre donne, tra cui la quarantenne Françoise. Giacomo è un pubblicitario che cerca di conquistare la bella Margherita, ritrovandosi tuttavia sempre ostacolato dal suo direttore che, dietro la ripetuta promessa di una promozione, lo sfrutta come complice per le sue scappatelle. Lorenzo è un notaio che lavora nello studio del suocero; sebbene sia la persona più seria e tranquilla del gruppo viene spinto al tradimento da Sandro, dentista fedifrago sempre alla ricerca di occasioni, e che, approfittando del fatto che le rispettive consorti sono partite con i figli per una vacanza, convince l’amico a gettarsi in un’avventura extraconiugale con Virginia, la sua timida segretaria da sempre innamorata di lui.
La situazione ben presto degenera. Willy, invitato nella baita in montagna dei genitori di Amanda, scopre che la madre della ragazza è proprio Françoise, che gli intima di lasciar perdere la ragazza salvo poi scoprire che questa è rimasta incinta in una delle sue tante e insospettabili frequentazioni. Giacomo ottiene la tanto agognata promozione, ma rinuncia a tutto quando gli viene chiesto di combinare un incontro tra Margherita e un ricco cliente. Lorenzo, travolto dalla tresca con Virginia, sempre su consiglio di Sandro spinge il suocero a licenziarla, ma quando la donna minaccia per questo il suicidio il notaio viene costretto a vuotare pubblicamente il sacco. Lo stesso Sandro, infine, scopre che anche sua moglie lo ha più volte tradito.
I quattro amici si ritrovano quindi a Cortina D’Ampezzo per festeggiare la fine dell’anno — Willy con una nuova fiamma, Giacomo finalmente con la sua Margherita e l’insospettabile Lorenzo con varie accompagnatrici, che “spartirà” con un Sandro ora single e depresso —, all’apparenza atteggiandosi ancora a yuppie incalliti, salvo gettare la maschera con una grande litigata per il conto del ristorante.
AMBIENTAZIONE
Milano anni 80
PERSONAGGI PRINCIPALI
WILLY |
Willy è il co-proprietario di un autosalone oltreché un playboy impenitente; |
GIACOMO |
Giacomo è un pubblicitario che cerca di conquistare la bella Margherita, ritrovandosi tuttavia sempre ostacolato dal suo direttore che, dietro la ripetuta promessa di una promozione, lo sfrutta come complice per le sue scappatelle |
SANDRO |
Lorenzo è un notaio che lavora nello studio del suocero; sebbene sia la persona più seria e tranquilla del gruppo viene spinto al tradimento da Sandro |
LORENZO |
Dentista fedifrago sempre alla ricerca di occasioni, |
SEQUEL
Sulla scia del successo, Yuppies ha generato sempre nel 1986 un sequel, Yuppies 2, come riportato nei titoli di testa «liberamente ispirato» al primo capitolo (ovvero con alcune incongruenze di continuity), con lo stesso cast principale e sempre su soggetto dei fratelli Vanzina, ma diretto da Enrico Oldoini, e accolto in maniera ancor più favorevole dal pubblico
CURIOSITA’
- Alcuni attori secondari li ritroveremo nei “RAGAZZI DELLA TERZA C” in ruoli simili
- Molte battute fan parte del bagaglio comico degli attori di “DRIVE IN” o altri film.
PRODUZIONE
Yuppies vuole trattare con i toni della «commedia di costume»,se non dello stereotipo attraverso tic, manie e comportamenti— vedi «l’orologio sul polsino perché sa che lo fa l’avvocato Agnelli […] l’easy listening che esce da un compact disc […] una partita a squash giocata con gli amici»— una sorta di fenomenologia degli yuppie, ovvero giovani “rampanti” che nelle metropoli del mondo occidentale e capitalista degli anni 80 trovarono velocemente una realizzazione sociale attraverso la propria professione (spesso nel campo della finanza), la ricchezza da essa derivata e l’ostentazione di vari e talvolta effimeri status symbol del tempo;come ebbe a sintetizzare lo sceneggiatore Enrico Vanzina, «gli yuppies […] nel loro lavoro sono bravi, efficienti, preparati. È nel tempo libero, che sono buffi».
Inizialmente pensato come un progetto vicino ai toni del Grande freddo (1983) di Lawrence Kasdan, in seguito i fratelli Vanzina virarono verso un’opera più leggera e ispirata ai capisaldi della commedia all’italiana,Il sorpasso (1962) e C’eravamo tanto amati (1974) su tutti, ma che tuttavia sapesse come di «sberleffo» verso quegli anni 80 non ancora giunti al termine: una pellicola nata come parodia, scritta come fosse un articolo d’attualità e resa su celluloide per essere soprattutto divertente ma anche, eventualmente, portare a una riflessione.
Ideato praticamente in contemporanea con l’esplosione italiana di un fenomeno appena importato dagli Stati Uniti d’America— tanto che il produttore Aurelio De Laurentiis, ritenendo poco comprensibile al grande pubblico il semplice titolo Yuppies partorito dai Vanzina, pretese di aggiungere il sottotitolo I giovani di successo —, questo instant movie pone attenzione sui lati meno edificanti dello yuppismo del bel paese, con una generazione di ventenni e trentenni epigoni dei loro «arrembanti e arroganti» cugini d’oltreoceano, all’ossessiva ricerca del successo a tutti i costi, spesso limitandosi a scimmiottare i modi e lo stile di Gianni Agnelli, Carlo De Benedetti e Luca Cordero di Montezemolo — questo ultimo «il loro modello […] perché ha classe, ricchezza, potere e piace pure alle donne. I nostri quattro protagonisti non hanno niente di tutto questo, ma gli piacerebbe tanto raggiungerlo» —,e pertanto incapaci di rendersi conto del loro scadere nel ridicolo: «è proprio questo loro aspetto patetico che mi interessa: si sentono così importanti, vanno nei posti più alla moda, girano con Capital sotto il braccio e poi litigano per decidere chi deve pagare il conto al ristorante», riassunse il regista Carlo Vanzina.
PROMOZIONE
Data la novità del fenomeno yuppista in Italia, nel trailer della pellicola fu inserita una voce fuori campo deputata a spiegare didascalicamente al pubblico, anche con un linguaggio in qualche modo afferente alla contemporanea sottocultura paninara, il contesto generale dell’opera:
«Attenzione: stanno arrivando gli yuppies, i giovani di successo, quelli veramente giustissimi! Hanno già invaso le nostre città: viaggiano in turbo, lavorano in BASIC, sono firmati dalla scarpa alla mutanda. Yuppies! Gli emergenti dell’86.» |
DISTRIBUZIONE
Il film è stato distribuito nei cinema italiani a partire dal marzo 1986.
HOME VIDEO
Il 1º aprile 2008 il film è stato distribuito in home video da Filmauro e DNC Entertainment in edizione DVD, in formato widescreen e con audio Dolby Digital 5.1 in italiano.[
COLONNA SONORA
Le musiche originali di Yuppies, prettamente strumentali, sono composte da Detto Mariano. Per il resto, il film annovera una tracklist formata dalle canzoni disco e pop di maggior successo del periodo: Duel dei Propaganda e Live Is Life degli Opus sono i brani che accompagnano, rispettivamente, i titoli di testa e di coda, affiancate nel corso della pellicola da Exotic and Erotic di Sandy Marton, Cheri, Cheri Lady dei Modern Talking, More Than I Can Bear dei Matt Bianco, I Was Born to Love You di Freddie Mercury e It’s So Easy di Valerie Dore.
INTERVISTA A EZIO GREGGIO
Enrico e Carlo Vanzina mi chiamarono e andai a Roma, mi raccontarono di Yuppies e lo yuppismo era un fenomeno che conoscevo bene, facevamo televisione, vivevamo la Milano da bere, di personaggi come il mio – Willy, il venditore di macchine – ne conoscevo almeno venti. Iniziò quella serie di film sugli italiani, e le vacanze di Natale, e i giocatori a Monte Carlo, iniziai a fare la commedia sempre con questa grande ispirazione che era l’America, e Hollywood. Quando avevamo un po’ di giorni di ferie, i miei colleghi andavano alle Maldive, io facevo la valigia e andavo a Los Angeles, dove avevo un po’ di amici che mi presentavano altri amici che a loro volta mi presentavano altri amici… e il giro si allargava
Non mi faccio coinvolgere troppo dalla televisione, diciamo. E nemmeno dal cinema. C’è il mondo del cinema romano che è totalmente autoriferito, un mondo di amici che se la canta e se la suona. Io ho tanti amici a Roma, al festival ci son venuti quasi tutti, ma ho amici anche a Los Angeles, in Inghilterra, in Spagna, dappertutto. Non mi sono mai fatto catturare nella maniera tradizionale, con la sofferenza dell’attore, del regista, del produttore. Ho sempre lavorato per fare le cose che mi piacevano, a volte sapendo che sarebbe stato difficile fare di certi film dei successi commerciali. Chemmefrega, mi dicevo. Voglio fare ’sta storia? La faccio. In televisione uguale, l’incontro con Ricci certamente è stato determinante in questo senso, con Antonio lavoriamo insieme dall’83
Ricci è un tipo pragmatico. Io venivo da due anni di piccoli ruoli in Rai, ero amico di Giancarlo Nicotra e con lui avevo fatto prima La sberla e poi Tutto compreso, in cui mi si vedeva di più. Nicotra mi dice: «Mi hanno chiamato, c’è Berlusconi che fa questo canale nuovo e vogliono produrre un varietà, se ti va di darmi una mano non solo ci lavori ma fai anche l’autore». Ricci lavorava già con Berlusconi, organizziamo questo incontro e, quando mi vede, mi fa una specie di curucù, una battuta, perché aveva letto di Sbamm! Io ovviamente lo conoscevo, incontrare Ricci era il sogno di tutti i comici, perché era stato l’autore di Grillo fino a quel momento. Fu subito amore a prima vista, lì nacque Drive In. Il primo anno ero autore con lui, poi rimasi autore solo dei miei pezzi.
Fonte: Rollingstones.it
INTERVISTA A VANZINA – CALA’ E BOLDI
COMMENTO
Dall’America (ovviamente) arrivò la moda di questi yuppies dalla giacca blu con il sogno di Wall Street, creando anche in Italia, soprattutto a Milano, una corrente nuova, spinta dal fare e dal creare.
Yuppies è uno di quei film che andrebbe messo nella cineteca dei film commedia anni 80 non per la sua bellezza ma per la capacità di ritrarre in modo quasi perfetto ed umoristico uno spaccato della società milanese dell’epoca.
La pellicola si struttura in tre sottotrame che, intrecciandosi tra loro, vanno a sciorinare il racconto generale. Il quartetto di protagonisti è formato da un mix tra elementi all’epoca legati al cinema dei fratelli Vanzina, vedi Jerry Calà e Christian De Sica già assieme negli anni addietro in Sapore di mare e Vacanze di Natale (1983) oltreché Vacanze in America (1984), e facce note soprattutto al pubblico televisivo come due dei mattatori del Drive In che all’epoca andava per la maggiore, ovvero Massimo Boldi, pure non a digiuno di esperienze sul grande schermo, ed Ezio Greggio, appena salito alla ribalta nonché di ritorno nelle sale dopo l’autoprodotto Sbamm! (1980) che era passato quasi inosservato al botteghino.
In fase di pre-produzione i primi a essere scritturati furono Boldi, Calà e Greggio, mentre per completare il cast solo in seconda battuta venne fuori il nome di De Sica, suggerito dagli amici Boldi e Carlo Vanzina — «entrambi eravamo convinti che sarebbe stato perfetto per il ruolo», sottolineerà a posteriori lo stesso Boldi —, e ingaggiato dopo aver fugato le iniziali remore sul suo conto del produttore Aurelio De Laurentiis. Ne scaturì un quartetto molto affiatato, in quanto legato dall’amicizia anche nella vita privata, e in cui, come ricorderà anni dopo Calà, «si lavora[va] benissimo, a patto di arrivare sul set “armati”. Di battute intendo, perché con attori svegli come loro si inventava e si improvvisava in continuazione». Affianco a loro il caratterista Guido Nicheli il quale nei panni di un invadente datore di lavoro ripropone la sua storica maschera del cumenda meneghino; un copione tutt’altro che nuovo, nella filmografia di Calà: «abbiamo spesso lavorato insieme […] e lui era sempre quello che stava sopra di me, il mio spauracchio, il mio superiore, il cumenda che pretende». Come presenza femminile, ad affiancare Calà c’è invece l’ex Miss Italia Federica Moro, al tempo tra i volti più freschi del cinema italiano e qui nei panni di un irraggiungibile interesse amoroso, con la quale tuttavia l’attore mal convisse sul set: «iniziammo molto male [per via di una gaffe di Calà in sala trucco il primo giorno di riprese, ndr], credo di non esserle mai stato molto simpatico».Greggio è invece alle prese con una già affermata Corinne Cléry, nella finzione un’annoiata signora dell’aristocrazia milanese e madre dell’esordiente Sharon Gusberti, diciassettenne lolita.
Yuppies riscontrò un buon successo presso il pubblico, con un incasso totale di circa 7 miliardi e 800 milioni di lire dell’epoca, che ne fecero il 18º film (6º italiano) più visto al botteghino dell’annata cinematografica italiana 1985-1986.
L’opera non riuscì a ottenere il plauso della critica, pressoché concorde nel bollarla come una spenta pochade che mal mescolò l’idea della satira di costume con un certo linguaggio afferente alla televisione commerciale italiana degli anni 80. Per i Vanzina, Yuppies «è un’operazione vecchia come la commedia all’italiana: prendere dei prototipi del costume nazionale e costruirgli intorno un film-istantanea, nel quale tra qualche anno magari ci si possa anche riconoscere con un sorriso» ma, a conti fatti, per la Repubblica «si respira spesso un’atmosfera da “Canale 5″». Ben più tranchant fu Paolo Mereghetti, il quale stroncò Yuppies definendolo «tra i film più volgari e nocivi del decennio».
D’altronde già nel 1986 la critica si era indirizzata verso una simile analisi: Greggio, un venditore d’auto più nullafacente che altro,si limitò a portare al cinema la cifra stilistica, tormentoni inclusi, messa in mostra nel programma televisivo Drive In; Calà, un pubblicitario sulla cresta dell’onda ma fin troppo idealista e romantico, nei duetti con il suo direttore si ritrovò di fatto a replicare un vecchio canovaccio già alla base di un classico di Billy Wilder quale L’appartamento (1960);Boldi, un notaio in qualche modo succube dell’ambiente lavorativo e familiare, diede al suo personaggio una connotazione insicura e indecisa, in costante bilico tra i doveri di marito e i desideri di uomo, quasi a far da contraltare al partner di scena De Sica il quale, andando a interpretare un dentista ambizioso e sfacciatamente latin lover, fu forse l’unico ad avvicinarsi davvero all’estetica, ai modi e soprattutto allo spirito dello yuppismo.
I protagonisti di Yuppies «sono tutti classicamente “figli di papà” — con l’unica eccezione di Jerry Calà che comunque deve pietire al suo anziano capo ogni minima concessione. Gli altri fanno mestieri ereditati dai genitori, o che comportano un investimento minimo di capacità individuali: godono cioè, sin da subito, di un’italianissima rendita di posizione».
Il film non contiene tracce di buonismo anzi è un perfetto politicamente scorretto a cui al tempo non ci faceva caso. Pieno di stereotipi e battute a volte grevi che oggi sarebbero etichettate come razzismo od omofobia. Erano altri tempi spensierati e rivederlo ora strappa un misto tra sorriso e nostalgia per chi ha superato i 40.
Da vedere assolutamente una volta con gli amici! Un piccolo Cult!
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