TRACCIE DI SANGUE – RECENSIONE
Titolo originario : Chi no Wadachi – Titolo Kanji : 血の轍 -Casa Editrice Shogakukan
Storia & Disegni : Shuzo Oshimi
Categoria: Seinen – Genere: Psicologico – Inizio pubblicazione : 2017 Volumi 6 ( In corso) – Edito in italia : Planet manga
Spesso i manga vengono etichettati, erroneamente, come opere per adolescenti citando come esempi One piece, Dragon ball e altri. Invece, proprio come accade con i libri, coprono una varietà di generi e di tematiche rivolte a differenti fasce di persone, dai bambini alle persone adulte, entrando in sintonia con persone di sesso opposto.
Con questa premessa voglio introdurre il manga “Tracce di sangue” di Shuzo Oshimi ( già autore di “Happiness” e “Fiori del male”) edito in Italia da Planet Manga.
L’autore affronta il delicato tema del rapporto madre figlio che può sfociare in morbosità talvolta incestuosa.
Siamo abituati a pubblicità di famiglie perfette alla ma la realtà purtroppo a volte è diversa: ai casi di violenza domestica si affiancano quelli opposti di protezionismo eccessivo con i genitori chioccia.
Il manga si concentra sul rapporto iperprotettivo che Seiko Osabe instaura nei confronti del figlio Kenichi. A lungo andare, questa relazione morbosa farà perdere a Seiko la sua stabilità mentale. Tutto ciò che ostacola il loro rapporto viene sistematicamente eliminato, il gattino trovato per strada a cui il protagonista si affeziona scompare, suo cugino ha un incidente così pure la compagna di scuola viene inquadrata dalla madre come ostacolo. Inoltre, anche il semplice bacio sulla guancia che pretende ogni mattina a colazione, cambia segno arrivando alle labbra del protagonista, con notevole sorpresa e disagio di quest’ultimo. Sistematicamente la madre cerca di plagiare il figlio. Se all’inizio Kenichi considera l’atteggiamento della madre zelante ma innocuo fino a diventarne in qualche modo complice, rifiutando di denunciarne azioni fianco criminali, il tutto mentre inutilmente cerca di crearsi una sua indipendenza. È diviso tra l’accettare tutto questo o ribellarsi, atteggiamento che dimostra la sua fragilità. Marginale il ruolo del padre, quasi non presente nella storia, e quando appare viene percepito dalla moglie come ulteriore ostacolo al rapporto.
Non vado oltre perché l’autore è molto diretto , non lascia spazio a dubbi o ipotesi, tutto viene rappresentato al lettore in modo crudo. Il manga è appena iniziato ma l’evoluzione della storia pare putroppo prevedibile e questo alla lunga potrebbe renderlo ripetitivo in un susseguirsi di eventi sempre più tragici in cui Kenichi subisce passivamente tutto. Si ribellerà ? Manca al momento un approfondimento sul passato di Seiko, vera protagonista della storia.
Il tema è già stato affrontato anche nel mondo del cinema sia in modo secondario sia come tema principale. Due esempi di questa narrazione:
In “IT”, celebre pellicola tratta dal successo di Stephen King, la madre fa credere al figlio di avere l’asma e lo obbliga a utilizzare il respiratore, arrivando a esercitare un controllo ossessivo su ogni aspetto della vita del ragazzo, fino a vietargli di vedere i suoi amici, definiti perdenti. Non è il tema principale del film ma influenza in modo negativo la crescita del personaggio tanto che da adulto vive ancora con lei.
Nel film “Noi siamo tutto” di?, la madre imprigiona la figlia in una falsa malattia.
La isola in una casa totalmente asettica, cucita su misura per lei. Tutto è perfettamente irradiato (da cosa?) in modo da non produrre agenti patogeni. Solo tre persone sono ammesse, previa depurazione in una sorta di anticamera che consente l’ingresso alle successive stanze soltanto una volta perfettamente sterilizzati. Abiti compresi. L’accesso, proibito agli estranei, è filtrato attraverso un citofono .Scoprendo per caso l’amore, la protagonista fa cadere questo castello di bugie, lottando per tornare ad una vita normale.
IN SINTESI
Manga che affronta un tema delicato spesso sottovalutato, i pochissimi dialoghi lasciano spazio ai disegni (ben fatti) che riescono a comunicare senza giri metaforici l’evoluzione del rapporto ( particolare l’attenzione rivolta agli sguardi). Questo stile, se mantenuto, rischierebbe di diventare un punto debole, rischiando di mostrarci una serie di situazioni ripetitive fino ad una conclusione che difficilmente potrebbe essere positiva e sorprendente.
Voto : 7