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ARRAPAHO

( 1984 )

ARRAPAHO

( 1984 )

di LittlePellizza
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PIU BRUTTO FILM DI SEMPRE!

 

ARRAPAHO

Squallor

Paese di produzione ITALIA
Anno 1984
Durata 98min
Rapporto 2, 39:1
Genere  commedia
Regia Ciro Ippolito
Soggetto Ciro Ippolito
Sceneggiatura
Produttore esecutivo
Distribuzione in italiano Lux International
Fotografia Giuseppe Berardini
Montaggio Carlo Broglio
Musiche Toto Savio
Casa Di Produzione
Interpreti e personaggi  

Doppiatori originali

Doppiatori Italiani

Nessuno

Arrapaho è un film del 1984 diretto da Ciro Ippolito, ispirato all’omonimo LP degli Squallor, pubblicato nel 1983. Gli Squallor partecipano alla sceneggiatura e compaiono nel film come attori. Il titolo del film (e dell’album) è ispirato della tribù indiana degli Arapaho, popolo dedito soprattutto al commercio e alla caccia nomade.
Il film uscì il 14 agosto 1984, in due cinema in tutta Italia (uno era a Viareggio e Ippolito portò personalmente le pizze del film con tre ore di ritardo).

TRAMA
«— Capo di Bomba, a chi vuoi più bene, a papà o a mammà?

— A Pippo Baudo!»

(Dialogo tra Palla Pesante e Capo di Bomba)

Scella Pezzata, figlia del capo indiano Palla Pesante della tribù dei Cefaloni, è promessa sposa di Cavallo Pazzo, ma è innamorata di Arrapaho, figlio del capo indiano Mazza Nera della tribù degli Arrapaho, il quale è a sua volta oggetto dei desideri di Luna Caprese della tribù Froceyenne.

Palla Pesante non può seguire le vicende amorose perché è occupato a invocare gli “dei della pioggia”, a fare soliloqui con il cavallo Alboreto (un purosangue che giorno dopo giorno si rimpicciolisce fino ad arrivare alle dimensioni di un pony) a cercare il petrolio per sfamare la tribù e a tentare di risolvere il problema delle nascite che nel villaggio sono pari a zero.

Arrapaho e Scella Pezzata vengono rapiti da Cavallo Pazzo, ma grazie al salvataggio ad opera di Latte Macchiato e Luna Caprese della tribù dei Froceyenne riescono a fuggire insieme. A Cavallo Pazzo non resta che rifugiarsi nelle braccia di Luna Caprese.

Il film termina con una rappresentazione dell’Aida sulla falsariga del brano che apre l’album omonimo degli Squallor.

AMBIENTAZIONE

In un ipotetico west la vita di una tribù indiana

PERSONAGGI PRINCIPALI

SCELLA PEZZATA

 

Figlia del capo tribù Palla Pesante dei Cefaloni, è promessa sposa a Cavallo Pazzo. Scella è però innamorata di Arrapaho, figlio di Mazza Nera della tribù degli Arrapaho

ARRAPAHO

 

Figlio di Mazza Nera della tribù degli Arrapaho.Un figo della madonna

CAVALLO PAZZO

 

Promesso Sposo di Scella Pezzata e geloso fino al midollo. La rapirà per farla sua. ma poi sposerà Latte macchiato

MAZZA NERA

 

 Capo tribu dei Cefaloni. Interessato unicamente al sua cavallo infortunato di nome Alboreto ed invocare la pioggia.

PALLA PESANTE

 

Capo tribu degli Arrapaho

CURIOSITA’
  • Gli Squallor chiesero a Cesare Ragazzi di apparire nella scena del taglio dello scalpo di Cavallo Pazzo. Ragazzi rifiutò, ma la sceneggiatura non fu cambiata e il suo ruolo fu interpretato da una controfigura.
  • In una intervista per Stracult Tinì Cansino ha dichiarato che la maggior parte delle battute di Daniele Pace erano improvvisate.
  • Nel film sono presenti nove break che non hanno nessun nesso con la storia. Per ammissione del regista, servivano per portare il film, di per sé molto breve, a un metraggio standard:
    1) Spot-parodia (carne in scatola, detergente intimo)
    2) “Tranvel Trophy” (la saga di un impiegato che non riesce mai a prendere il tram in tempo)
    3) Le avventure di Berta (Marta Bifano, figlia dell’attrice Ida Di Benedetto), che descrivono il corteggiamento di una ragazza da parte di uno spasimante (presenti anche in due pezzi su altrettanti dischi degli Squallor, nel secondo lo spasimante si rivelerà chiamarsi Umberto, esponente un partito chiamato Lega…).
    4) “Pierpaolo a Rio”, che narra la vita di Pierpaolo, un ragazzo viziato che, grazie a un pressante turpiloquio nei confronti del padre, riesce a garantirsi una sussistenza economica con cui condurre una vita agiatissima e lussuosa.
    Anche i demenziali titoli di coda furono girati allo scopo di recuperare sette minuti mancanti per ottenere una lunghezza accettabile. Vi appare lo stesso regista mentre la base musicale è tratta da una rappresentazione dell’Aida messa in scena all’Arena di Verona.
  • L’attore che interpreta Arrapaho ( Urs Althaus ) e’ “Aristoteles” nel film “L’allenatore nel pallone”
  • Il nome del cavallo “ALBORETO” deriva dall’omonimo pilota ferrari di F1.
PRODUZIONE

Il film venne girato in soli 15 giorni e costò appena 135 milioni di lire. Gli Squallor partecipano alla sceneggiatura e compaiono nel film come attori o narratori. Il titolo del film, e dell’album, è (comicamente) ispirato alla tribù indiana degli Arapaho, popolo dedito soprattutto al commercio e alla caccia nomade.

In una intervista per Stracult Tinì Cansino ha dichiarato che la maggior parte delle battute di Daniele Pace erano improvvisate

CAST

Daniele Pace, nelle vesti di capo indiano, canta come danza della pioggia La pioggia, scritta da lui stesso insieme a Mario Panzeri e Corrado Conti.

Gli Squallor chiesero a Cesare Ragazzi di apparire nella scena del taglio dello scalpo di Cavallo Pazzo. Ragazzi rifiutò, ma la sceneggiatura non fu cambiata e il suo ruolo fu interpretato da una controfigura.

BREAK E TITOLI DI CODA

Nel film sono presenti nove break che non hanno nessun nesso con la storia. Per ammissione del regista, servivano per portare il film, di per sé molto breve, a un metraggio standard:

  • Spot-parodia (carne in scatola, detergente intimo)
  • “Tranvel Trophy” (la saga di un impiegato che non riesce mai a prendere il tram in tempo) interpretato dal Direttore di Produzione Mario Olivieri
  • Le avventure di Berta (Marta Bifano, figlia dell’attrice Ida Di Benedetto), che descrivono il corteggiamento di una ragazza da parte di uno spasimante (presenti anche in due pezzi su altrettanti dischi degli Squallor, nel secondo lo spasimante si rivelerà chiamarsi Umberto, esponente di un partito chiamato Lega…).
  • “Pierpaolo a Rio”, che narra la vita di Pierpaolo, ragazzo viziato di famiglia ricca e personaggio ricorrente nelle canzoni degli Squallor, che grazie a un pressante turpiloquio nei confronti del padre, riesce a garantirsi una sussistenza economica con cui condurre una vita agiatissima e lussuosa.

Anche i demenziali titoli di coda furono girati allo scopo di recuperare sette minuti mancanti per ottenere una lunghezza accettabile. Vi appare lo stesso regista mentre la base musicale è tratta da una rappresentazione dell’Aida messa in scena all’Arena di Verona.

 

CRITICA

Il Morandini definisce la pellicola “il più brutto film della storia del cinema italiano”. Nel commento al film, presente nel DVD, Ippolito si fregia del fatto di aver fatto il peggior film, nel peggior momento del cinema italiano.

COLONNA SONORA

L’album, uscito l’anno precedente, non rappresenta la colonna sonora del film: Avida e ‘O Tiempo se ne va sono gli unici brani utilizzati nel film in versione pressoché integrale, mentre di altri brani sono impiegate citazioni o brevi frasi (ad esempio, la hit parade di Radio Scalp) o solamente le basi di canzoni provenienti da Arrapaho e da Uccelli d’Italia come commento musicale.

INTERVISTA A CIRO IPPOLITO

In occasione della sua uscita in Blu ray ( incredibile ma vero ) . Ciro Ippolito parla del suo film

COMMENTO

Nella primavera del 1888 quando le nevi si scioglievano sulle montagne dell’Oregon e a valle i pini parlavano con i pini e le gardenie con le stesse, tre tivvù, tre tibù, tre timb… tre… è difficile dirlo ma lo dirò: tre tribù, gli Arrapaho i Cefaloni e i Froceyenne, quest’ultima tribù nata da un incesto tra un tranviere gobbo e una nana antalofata ci fu una guerra che si ricordò negli anni e negli anni e negli anni, e negli anneti e nei vigneti. Annata fantastica per il vin brulè fu ricordata per questi due episodi che non si dimenticheranno mai.

Quando lo stesso regista descrive il suo film come uno dei brutti mai fatti e di tutto il cinema italiano qualche dubbio ti deve venire. A suo tempo ne vidi dei pezzi ma ho pochi ricordi. Dopo averlo rivisto ora ho capito che aveva sacrosanta ragione.

Se volete cimentarvi in questa avventura prima di tutto ubriacatevi ed invitate degli amici.Da soli non ce la farete.

Il progetto “Arrapaho” dei Quattro dell’Apocalisse targato 1983 prevede un duplice prodotto costituito da album e film, lavoro sperimentale che verrà bissato a distanza di qualche anno dal successivo “Uccelli d’ Italia”, parimenti bipartito, in un periodo di fertilità che avrebbe preso le mosse dagli insperati successi di hit precedenti come “Pompa” del ’77 o “Tromba” dell’ ’80.

Nel 1984, uscendo da un cinema in cui era stato appena trasmesso il capolavoro comico Monty Phyton – Il Senso della Vita, il cineasta napoletano Ciro Ippolito ha la brillante idea di fare un film con lo “stesso” tipo di umorismo nonsense e chi meglio degli Squallor (gruppo goliardico partenopeo dall’umorismo sbloccato, surreale e volgarotto) poteva partecipare a questo progetto?

Nel film troviamo capi tribù indiani che parlano napoletano, nomi assurdi (Scella Pezzata, Palla Pesante, Latte Macchiato…), spot pubblicitari poco divertenti messi a caso tanto per allungare la durata ( per ammissione dello stesso regista) , il narratore (il grandissimo Alfredo Cerruti e il suo indistinguibile timbro vocale) che NON RIESCE A NON RIDERE raccontando l’assurda storia , scene ripetute tipo Boomerang di Instagram (loro predissero già nell’84 tutto questo), battute da osteria di quart’ordine di Detroit (“Ed ecco una mandria di cavalli che non fanno altro che chiavare dalla mattina alla sera!”), giganteschi falli di animali e di legno (“il Sacro Totem”) e un finale (che cita l’omonimo album degli Squallor) in cui il regista interpreta il ruolo del direttore d’orchestra e ovviamente tutta questa scena non ha nessuna connessione con il film

Questo film è brutto? Si, orribile.
Questo film è un capolavoro? E’ cosi trash da risultare genailr . Si, ma allora c’è qualcosa che non quadra, o qualquadra che non cosa?
È talmente brutto da essere bello: vedere una tribù come i Froceyenne (oggi un film così sarebbe subito ritirato, perbenisti del cazzo!) che ascoltano alla radio ‘O tiemp se ne vá degli stessi Squallor è orripilante, ma al contempo meraviglioso, 
Nota sicuramente positiva è la colonna sonora di Totò Savio e soprattutto i due temi principali che accompagnano il film, fatti veramente bene.
Daniele Pace (il paroliere del gruppo) nel ruolo del capo tribù Palla Pesante fa morire per quanto cazzo improvvisi tutti i monologhi che fa (con il pony Alboreto o quando scava per trovare il petrolio soprattutto), mentre nel ruolo del bellimbusto Arrapaho troviamo Urs Althaus, l’Aristoteles de L’allenatore nel pallone.
Nonostante lo scarsissimo budget di produzione, Arrapaho fu un successo di pubblico clamoroso: 5 miliardi di lire e un sequel l’anno dopo, Uccelli d’Italia
Rivisto oggi, questo film, diventato di cult, non è che sia invecchiato bene. Già era inguardabile allora, oggi è terribilmente datato: sia per i riferimenti alle lire, che per i riferimenti alle cose di allora, che per una certa impostazione di base. Il film nasce per dare fastidio, è continuamente e solo politically scorrect. Già da qua si capisce che il film non risparmia nessuno: neri, omosessuali, bambini, vecchi…ce n’è per tutti, sempre in un tripudio di volgarità e situazioni scabrose.
Film indifendibile, che però ha qua e là momenti di puro genio (“là, vedete al pascolo la mandria dei cavalli della tribù, mandria che ha mandato in rosso i costi della produzione già al secondo giorno”), situazioni che strappano risate, che rispetto ai Natali in qualche parte, il film pare pure bello. eni.
Fu definito il più brutto film italiano di sempre, io direi un 4 di stima, merita di meno, ma apprezzo il messaggio di totale rottura con…con tutto, direi.

INVECCHIATO MALISSIMO, ARRAPAHO È L’APOTEOSI DEL TRASH

Da vedere rigorosamente in compagnia ed ubriachi

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1 commento

Gran topo 18 Febbraio 2023 - 18:03

“Capo di Bomba, a chi vuoi più bene, a papà o a mammà?”
“A PPIPPO BBAUDO!”

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