NON ODIARE
INFO
Non odiare è un film del 2020 diretto da Mauro Mancini, prodotto da Mario Mazzarotto , al suo esordio alla regia singola di un lungometraggio, dopo l’esperienza nel 2009 nel collettivo che diresse Feisbum – Il film.
Il film, con protagonisti Alessandro Gassmann, Sara Serraiocco e Luka Zunic, è ispirato ad un fatto di cronaca accaduto in Germania.
NON ODIARE |
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Titolo originale | Non Odiare |
Lingua originale | Italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 2020 |
Durata | 96min |
Genere | Drammatico |
Regia |
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Soggetto |
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Sceneggiatura |
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Produttore |
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Montaggio |
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Casa di produzione |
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Distribuzione in italiano |
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Fotografia |
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Produttore Esecutivo | – |
Musiche |
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Costumi |
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Trucco | – |
Interpreti e personaggi | Doppiatori italiani |
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– |
TRAMA
Il chirurgo Simone Segre si trova a soccorrere un uomo gravemente ferito quando nota come questi abbia tatuato sul petto una svastica. Simone è di origine ebraica e resta sconvolto dalla situazione, in quanto suo padre venne deportato dai nazisti durante il secondo conflitto mondiale. Il medico, approfittando del fatto di essere il solo sul luogo dell’incidente, decide di non prestare nessuna cura al moribondo, che perde così la vita. Consumato dai sensi di colpa, Simone intende prendersi cura dei figli del deceduto. assumendo la primogenita Marica come colf e finendo poi per infatuarsene, ma il più giovane Marcello ha seguito le orme paterne e non intende fargliela passare liscia.
AMBIENTAZIONE
Epoca contemporanea
CURIOSITA
- Il film e’ tratto da un fatto di cronaca
PRODUZIONE
Davide Lisino e Mauro Mancini hanno preso spunto da un fatto di cronaca avvenuto nel 2010 a Paderborn, in Germania, dove un chirurgo ebreo si è rifiutato di operare un uomo con un tatuaggio nazista, facendosi sostituire da un collega.
Le riprese sono cominciate nel settembre 2019 a Trieste, rendendo il film il primo ad essere mai stato girato all’interno della sinagoga di Trieste.
ACCOGLIENZA
Il film è stato presentato in anteprima il 7 settembre 2020 nel corso della Settimana internazionale della critica alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.È stato distribuito dal 10 settembre seguente nelle sale cinematografiche italiane da Notorious Pictures.
CRITICA
Riconoscimenti
- 2020 – Mostra internazionale d’arte cinematografica
- Premio Pasinetti per la miglior interpretazione maschile ad Alessandro Gassmann
- Premio Nuovo Imaie Talent Award per il miglior attore esordiente a Luka Zunic
- Premio di critica sociale “Sorriso diverso Venezia 2020” per il miglior film italiano (ex aequo con Notturno)
- Festival del Cinema Italiano di San Vito Lo Capo
- Stella d’argento per Miglior attore protagonista a Alessandro Gassmann
- Stella d’argento per Miglior attrice protagonista a Sara Serraiocco
- Stella d’argento per Miglior attore non protagonista a Luca Zunic (ex aequo con Giovanni Calcagno per Paradise – Una nuova vita)
- Stella d’argento per Miglior Opera Prima a Mauro Mancini
- Fabrique du Cinema Awards
- Miglior opera prima
- 2021 – David di Donatello
- Candidatura per migliore regista esordiente a Mauro Mancini
- 2021 – Nastro d’argento
- Migliore attrice non protagonista a Sara Serraiocco
- Candidatura a miglior regista esordiente a Mauro Mancini
- 2021 – Ciak d’oro
- Migliore canzone originale a Pivio e Aldo De Scalzi e Ginevra Nervi
- Candidatura a migliore opera prima a Mauro Mancini
- 2021 – Premio Flaiano
- Migliore interpretazione maschile a Alessandro Gassmann
USCITA HOME VIDEO
Uscito sia in dvd che blu ray
MUSICHE
Non Odiare è la colonna sonora scritta da Pivio & Aldo De Scalzi per il film omonimo, diretto dall’esordiente Mauro Mancini, in concorso alla 35a Settimana della Critica Internazionale di Venezia.
Per questa controversa storia basata su odio e sensi di colpa, Pivio & Aldo De Scalzi hanno scelto una linea musicale fredda e minimalista, utilizzando sostanzialmente synt analogici per ambientazioni rarefatte cui fanno da contraltare improvvise schegge percussive. Come già successo in passato, oltre alla collaborazione storica con Luca Cresta e Claudio Pacini, anche Ginevra torna a collaborare col due genovese con la canzone Miles away.
1. Non odiare (tema iniziale) 2:03
2. Miles Away 3:06
3. La ferita 1:11
4. Manca l’aria 1:38
5. Avvicinamento 1:46
6. Padri (I parte) 2:46
7. Scoperta del diario 3:54
8. Sangue per sangue 1:42
9. Feticci 1:37
10. Funerale 1:20
11. Rune 1:12
12. Prima dei padri 1:03
13. Padri (II parte) 2:26
14. Non odiare 4:57
1, 4, 7, 14 (Pivio – A.De Scalzi)
2 (Pivio – A.De Scalzi / G.Nervi)
3 (Pivio)
5, 6, 10, 12, 13 (Pivio – A.De Scalzi – L.Cresta)
8, 9, 11 (Pivio – A.De Scalzi – C.Pacini)
Ed. Creuza S.r.l.
https://www.pivioealdodescalzi.com/project/non-odiare/
COMMENTO
Tradire il giuramento d’Ippocrate
Alcuni film italiani ricevono finanziamenti perchè trattano temi “d’interesse culturale”, uno di questi è “non odiare” che basa il suo plot sul antisemitismo moderno o almeno dovrebbe
Il regista Mauro Mancini ispirandosi ad un fatto di cronaca vero cerca di proporre in modo molto blando un film ispirato ad “American Story X”, ci sarà riuscito?
Simone Segre è un medico chirurgo ebreo senza famiglia che oltre al suo lavoro ha la passione per il canottaggio
La sua vita è scandita da lavoro, passione e poco altro ed è condizionata ancora dai ricordi di suo padre e del modo in cui lo educava.
Nel prologo, da bambino viene messo di fronte a una dolorosa scelta da parte del padre (che porta impressi sul braccio i segni della sua permanenza in un campo di concentramento ) riguardante dei gattini e la loro sopravvivenza.
Nel presente, un giorno assiste ad un incidente e cerca di soccorrere la vittima, è un medico e fa di tutto per salvarlo ma invece lo lascia morire quando vede la croce nazista
sul suo petto. Così, Simone, in un istinto ragionato, slaccia una cinta emostatica rimediata di fortuna, scongiurando qualsiasi tentativo di salvarlo.
È impossibile, per Simone Segre, provare a tenere in vita un nazista. Lui, ebreo, con un passato complicato e un padre che per salvarsi dall’olocausto curò i denti ai gerarchi tedeschi.
Successivamente preso dai sensi di colpa e dal tradimento del giuramento inizia cercare notizia della sua famiglia scoprendo che la sua morte ha lasciato in condizioni critiche 3 figli. Sentendosi responsabile di questo assume come colf la figlia maggiore Marica cercando di esser una sorta di secondo padre avvicinandosi rischiosamente alla figlia maggiore Marica.
Nonostante gli intenti educativi sociologici il film non decolla completamente. Non si capisce bene cosa voglia mostrare il regista e dove vuole arrivare
Partiamo da una recitazione sottotono degli attori principali che paiono sempre cani bastonati senza mai un sorriso o un emozione.
Il regista non approfondisce l’antisemitismo, non approfondisce il rapporto padre e famiglia se non marginalmente, non approfondisce il rapporto tra fratelli ne la scelta di uno di loro
di abbracciare i gruppo neo fascisti. Ci parla dei sensi di colpa del protagonista ma non per l’incidente ma del rapporto con il suo defunto padre e l’eredità che gli lascia ( una casa ed un cane ). Non si capisce quindi quale messaggio vuole dare, si resta in attesa di vedere se confesserà la sua omissione di soccorso o no.
Ma alla fine manca un vero e proprio finale. Insomma rientra nella categoria ne carne ne pesce. Manca il coraggio o il guizzo del regista
Comandamenti alla base del film
Tutto il film ruota sul comandamento “Non odiare” , un titolo che non va confuso con il perdono, né con la remora.
E’una storia asciutta e cruda, fatta di personaggi sfumati ma poco approfonditi e con poche battute ma tutte precise e taglienti.
Ci sono passaggi fin troppo frettolosi, al solo scopo di far sì che i percorsi di Simone e di Marcello arrivino a un inaspettato punto d’incontro. Per entrambi in fondo, così come per Marica, esiste una comune inquietudine, un nodo irrisolto: l’ingombrante legame con il ricordo paterno e con il suo relativo carico di malessere. Più ambiguo quello di Simone, che proprio negli stessi giorni deve ripulire la villa del padre (morto poco tempo prima), più netto quello di Marica e Marcello: per lei si esprime nel malinconico desiderio di un ‘altrove’, per suo fratello in un istinto verso l’odio, messo però in crisi nel finale (dove l’elemento del sangue, e del passaggio del sangue, non potrebbe essere più simbolico).
Ed ecco che il Simone di Gassmann fa da lezione: restare in silenzio, osservare e compiere la scelta giusta. Liberandosi dai demoni, che siano quelli della mente o che siano quelli con una svastica tatuata addosso.
I temi sono complessi e si ruota sulla capacità di lavorare in sottrazione e di far leva sul “non detto”, anziché affidarsi a una facile retorica.
Il film si chiude nel punto in cui inizia con il protagonista in pace apparente con se stesso assieme ma lasciando l’amaro in bocca per un finale che sembra incompiuto o frettoloso
IN SINTESI
Un Tentativo di affrontare temi difficili senza cadere nella retorica non riuscito completamente